Ambiente

Indagine alberi, è scontro tecnico
Legambiente chiede partecipazione

Dibattito aperto tra tecnici sui metodi di analisi rischio di cedimento delle piante, analisi che ha portato il Comune di Cremona a decidere per l’abbattimento di 133 piante in città. Gli agronomi contattati dal circolo di Legambiente Ved0 Verde di Cremona, ribadiscono che l’utilizzo di un altro strumento di indagine come la tomografia sonica (una sorta di tac delle piante) al posto del Resistograph avrebbe potuto evitare microlesioni all’interno della pianta. E viene contestato che in alcuni casi queste microinvasioni sono state effettuate anche sette volte su uno stesso albero e tre volte su una stessa parte di albero.

E’ una delle obiezioni contenute nella relazione consegnata da Pierluigi Rizzi, presidente del circolo Vedo Verde giovedi scorso all’assessore Rodolfo Bona e alla Dirigente del Settore Ambiente Mara Pesaro durante la Commissione Ambiente sul Piano del Verde.

Il documento è l’ultimo di una serie di carteggi tra l’associazione cremonese e l’amministrazione comunale, iniziata con la richiesta di accesso agli atti a seguito dei primi abbattimenti in via Adda, proseguita con la proposta di una moratoria in attesa di un approfondimento. L’agronomo Giuseppe Miceli, che su incarico del Comune ha eseguito la perizia, aveva a inizio settembre fornito una dettagliata risposta alle osservazioni degli ambientalisti, spiegando come è stato eseguito il lavoro utilizzando lo strumento Resistograph (serie 6), di recente acquisizione, utilizzato per dare un riscontro strumentale alla VTA, (visual tree assessment) ossia la  valutazione visiva dell’albero, che comunque “resta lo strumento principe
per l’espressione del giudizio conclusivo”. 

Gli ambientalisti avevano chiesto come mai non fosse stata eseguita una tac alle piante e la risposta dell’agronomo era stata che “la Tomografia sonica è annoverata tra le possibili indagini strumentali praticabili sugli alberi e viene citata (solo descritta) nell’allegato “Metodologia e materiali” con scopo informativo. Nella relazione tecnica, al paragrafo 4 – Descrizione delle procedure di indagine e di valutazione è espressamente chiarito che per queste indagini è stato utilizzato solo ed esclusivamente il dendrodensimetro (le indagini visive, ove necessario, sono state integrate con un esame strumentale effettuato, puntualmente, con il penetrometro Resistograph® serie 6)”.

Risposte che soddisfano solo in parte i tecnici di Legambiente che contestano come non siano state inserite nella relazione tecnica le “schede pianta (sottoscritte e datate dal rilevatore) che permettano di comprendere la situazione biomeccanica dell’albero (evidenziandone i punti critici) e di visualizzare la localizzazione degli eventuali punti di sondaggio (qualora l’albero sia stato verificato anche strumentalmente)”. A questa obiezione il consulente del Comune aveva risposto che le schede non erano state allegate alla relazione in quanto già effettuate dal Comune e quindi pienamente disponibili.

Al di là degli aspetti tecnici, la richiesta di Legambiente è che d’ora in poi vi sia più coinvolgimento della cittadinanza in operazioni di grande impatto sul paesaggio urbano come quella prevista soprattutto in due vie, Serio e Fulcheria nel quartiere Po, dove si prospetta un gran numero di abbattimenti di piante storiche: “Ribadiamo che sia la programmazione che la gestione del Piano del Verde debbano essere condivise con la cittadinanza e con le associazioni ambientaliste”, afferma Legambiente Cremona.

Il piano di abbattimenti era stato inizialmente sintetizzato dal Comune con un comunicato il 15 giugno e l’assessore Bona ha fatto notare che “all’epoca nessuno aveva fatto osservazioni”. Un comunicato stampa evidentemente passato inosservato, a differenza dei primi abbattimenti avvenuti a metà agosto in via Adda. Il problema del coinvolgimento dei cittadini evidentemente esiste, ma c’è anche quello dei referenti del quartieri: come ha fatto notare lo stesso Bona, che ha anche la delega alla partecipazione, “al quartiere Po al momento non esiste un comitato di quartiere”. gb

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