Ambiente

Franco Dolci, il Po, i mestieri
del fiume all'Arena Giardino

foto Sessa

Uomo politico, appassionato del Po e dei mestieri oggi scomparsi, scrittore che ha trasformato tanti episodi della sua vita in deliziosi racconti dal valore universale. Franco Dolci, funzionario di spicco del partito comunista cremonese ed ex presidente della Provincia, morto cinque anni fa 91enne, è stato ricordato all’Arena Giardino nell’ultima serata della rassegna “Letture sul Po”, patrocinata dal Comune di Cremona. Un’iniziativa fortemente voluta dal vicesindaco Andrea Virgilio, per sottolineare l’intenso rapporto che c’è sempre stato tra la città e il suo fiume.

Tutti gli interventi della serata sono stati tradotti nella lingua dei segni grazie alla disponibilità e alla collaborazione dell’Ente Nazionale Sordi, Sezione provinciale di Cremona.

A presentare la serata insieme al gestore dell’Arena Giorgio Brugnoli, lo storico Gian Carlo Corada, che ha introdotto la poliedrica figura di Dolci, dagli esordi nel movimento antifascista subito dopo la Liberazione (fece parte del gruppo di partigiani che si scontrarono con i nazi fascisti in via San Rocco il 27 aprile del ’45), all’impegno tra i Partigiani per la pace, fino alla segreteria del Pci negli anni ’70. Ma al centro della serata è stato soprattutto la sua profonda conoscenza  del Po e delle sue genti con un’attenzione particolare al sociale (lo sfruttamento dei braccianti agricoli) e  all’ambiente che già a quei tempi vedeva minacciato dagli interessi economici.  “L’ho sempre visto prendere appunti su quei quaderni scolastici che portava sempre con se”, ha ricordato tra l’altro Corada. “E se qualcuno gli chiedeva di che cosa scrivesse, rispondeva più o meno: ‘Del Po, dell’ambiente, del passato e del futuro’. Nello scorso tempo libero andava spesso sulle rive di Po. Conosceva tutti i pescatori professionisti che ogni ta nto andavano a trovarlo in ufficio, io stesso mi sono stupito della mia ammirazione per la loro vita. Fu nel libro ‘Cronache del fiume e della golena’ del 2004 che Dolci racconta di quei pescatori, di una realtà sociale povera, semianarchica in alcuni casi, fatta anche di frodo, di baracche e osterie, di vino pane e salame”.

Una biografia, quella di Dolci, ha detto tra l’altro Virgilio “che insegna ancora oggi un modo di fare politica sul territorio in un modo interdisciplinare molto attuale, che fa appello alla storia e alla letteratura e che per questo tocca corde profonde”,

A seguire, l’attore Alberto Branca ha letto due racconti di Dolci: l’avventura di due ragazzini di 10 anni che si recano di notte in bicicletta a pescare nella “lanca del Sibra” e il poetico resoconto di una traversata del fiume tra san Daniele  e Polesine parmense (“Ferro”).

Durante la serata il pittore Fulvio Fiorini ha realizzato dal vivo un acquerello con protagonista il grande fiiume.

Quindi sono stati proiettati due cortometraggi: un’intervista inedita a Franco Dolci recuperata da Giorgio Brugnoli, realizzata dal fotografo e documentarista cremonese Luigi Ghisleri, una piccola autobiografia sullo sfondo dell’amato fiume Po, dalla quale emergono le ragioni del suo impegno politico; e un cortometraggio sul lavoro nella fornace Frazzi, fino al secondo dopoguerra importante pezzo di economia cremonese, prima che il suo abbattimento portasse alle edificazioni degli anni Settanta sul lato sinistro del viale. Quello che ne rimane sono i residui dei due forni con ciminiera e uno di essi fa da sfondo all’Arena, al centro di un importante progetto di recupero urbanistico che si spera possa presto vedere la luce.

Giuliana Biagi

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