Cronaca

Tante adesioni per la petizione
a difesa del suolo agricolo

La raccolta firme “Sì all’energia rinnovabile, senza consumo di suolo agricolo”, lanciata da Coldiretti Giovani Impresa, prosegue con l’adesione di tanti cittadini e rappresentanti istituzionali. “Come giovani agricoltori siamo seriamente preoccupati per le conseguenze del cambiamento climatico ed intendiamo cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie. Chiediamo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia, senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che rischiano di essere compromessi, senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra. Riteniamo che la tutela del suolo agricolo debba essere un impegno primario per tutta la comunità, dagli agricoltori agli amministratori del territorio, ai cittadini”. Con queste parole Carlo Maria Recchia, delegato provinciale e regionale dei giovani della Coldiretti, sottolinea il valore della “petizione contro i pannelli solari mangia suolo” nata per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. La petizione può essere firmata presso tutti gli uffici zona della Coldiretti e online sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it.

Anche in provincia di Cremona l’iniziativa sta trovando numerose adesioni. In prima linea a difesa del territorio ci sono i sindaci. “Volentieri ho firmato la petizione salva-suolo proposta dai giovani della Coldiretti. Credo sia vitale investire nelle energie rinnovabili, ma sicuramente il luogo ideale dove collocare i pannelli fotovoltaici è rappresentato da tetti, da aree da bonificare, strutture esistenti che potrebbero essere valorizzate con il fotovoltaico, senza sottrarre terreni fertili all’agricoltura. E’ questo l’impronta data anche dalla nostra Regione ed è l’impegno che intendiamo portare avanti anche nel nostro Comune” sottolinea Aries Bonazza, sindaco di Ripalta Cremasca.
Tra i primi cittadini che hanno aderito alla petizione c’è Luca Zanichelli, sindaco di Rivarolo del Re. “Con convinzione ho firmato questa petizione e la sostengo – spiega Zanichelli – in quanto ritengo necessario preservare i terreni agricoli, indispensabili per produrre cibo. Riconosco naturalmente il valore delle fonti di energia rinnovabile e credo vi siano varie collocazioni adeguate per i pannelli solari. Come tetti, aree edificabili, zone industriali obsolete. Ma i terreni agricoli vanno preservati per la produzione di cibo, considerando che la richiesta di alimenti è in costante aumento, insieme all’incremento della popolazione mondiale. Anche l’attuale crisi pandemica ha ulteriormente sottolineato la crucialità dell’agricoltura nell’approvvigionamento alimentare”. Tra i rappresentati del territorio e delle istituzioni che hanno sottoscritto la petizione ci sono anche Giuseppe Bignardi, sindaco di Persico Dosimo, Raffaele Leni, sindaco di Cappella de’ Picenardi, il senatore Simone Bossi. L’impegno prosegue, con numerose adesioni da parte dei cittadini.

“Proponiamo che Regioni ed autonomie locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’istallazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili – rimarca Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e Coldiretti Lombardia –. L’Italia possiede terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, ci domandiamo perché utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori. La nostra agricoltura promuove ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma è necessario ribadire con forza che destinando i suoli al fotovoltaico non ci saranno più campi da coltivare, e sarà accelerata la perdita di biodiversità unica del nostro Paese”.

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