Orlando: "Ripensare i cardini
della vita sociale ed economica"
“Peggio della pandemia c’è solo non imparare dalla pandemia”. Si rifà al monito del Santo Padre il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, per iniziare il suo lungo intervento nella sala degli ostaggi del Comune di Crema. Il ministro è arrivato in città verso le 20.30 accolto dal sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, dal presidente della Provincia, Mirko Signoroni e dal Segretario Provinciale del Pd, Vittore Soldo.
Ad attenderlo, nella sala consigliare, i rappresentanti delle categorie economiche, i sindacati e sindaci del territorio.
“La pandemia – ha proseguito il ministro Orlando – ci ha offerto l ‘occasione di riorganizzare il modello di sviluppo della società, di ripensare i cardini della vita sociale ed economica: il lavoro è uno di questi. La mia preoccupazione è fare il possibile perché la crisi sanitaria non diventi crisi sociale”.
Per fare cio’ il ministro ha indicato diverse strade: da un welfare ben organizzato che puo’ diventare un fattore di competitività del Paese, agli ammortizzatori sociali, linea difensiva temporanea di un’ azienda che sta attraversando un momento delicato, alle politiche attive, considerate la prima linea, l ‘attacco contro l ‘aumento delle diseguaglianze sociali.
La prossima settimana il ministro incontrerà i sindacati per parlare di riforma degli ammortizzatoti sociali e di politiche attive per un progetto che cuba 5 miliardi di euro, che dovrà raggiungere 3 milioni di persone e che si rivolge soprattutto ai giovani, donne e over 50, gli anelli deboli della società da un punto di vista produttivo.
“Che tipo di società vogliamo all ‘uscita della crisi ? “ E’ la domanda che il ministro rivolge al Partito Democratico. “ Dobbiamo assumerci delle responsabilità e fare scelte che sono soprattutto politiche”. Ad esempio una di queste prevede l ‘ investimento nelle politiche industriali se non vogliamo che l ‘Italia rimanga un paese che vive di turismo e terziario costretta a comprare da altri i beni che non è in grado di produrre. “Mantenere il settore produttivo e industriale è una scelta politica e fattore di sviluppo.”
“Ma la pandemia ci ha anche fatto capire – ha continuato Orlando- che il lavoro di cura è importante e che non dobbiamo sottovalutarlo. Dobbiamo pensare a creare dei professionisti altamente qualificati. Temi come la non autosufficienza, la fragilità sociale vanno affrontati con la stessa logica dell ‘industria”.
A conclusione del suo intervento il ministro ha parlato delle sfide che ci aspettano ”Nei prossimi 20 anni vivremo piu’ cambiamenti di quelli che si sono realizzati in centinaia di anni : “ Ma se sapremo dare il nostro contributo l’Italia ne uscirà migliore”.
Sabrina Grilli