Cronaca

Famiglia di 5 persone in arrivo: sono
i primi afghani attesi sul Cremonese

Primi arrivi di profughi afghani anche in provincia di Cremona. I numeri sono ancora un mistero, ma il percorso di accoglienza nei confronti di chi è riuscito a imbarcarsi da Kabul con destinazione Italia, è pienamente avviato anche dalla Prefettura di Cremona. Il primo nucleo per il quale è già a buon punto il percorso di accoglienza comprende più di cinque persone per le quali è stato trovato un alloggio. Bocche cucite in Prefettura sulla destinazione della famiglia, se in città o nei centri limitrofi.  Certo è che, come riferisce un operatore di lungo corso della catena di accoglienza, “per gli afghani è sempre stato difficile trovare un alloggio in affitto, anche se mostrano un regolare contratto di lavoro. Adesso ad esempio, stiamo cercando una sistemazione per tre di loro, in Italia da ben prima della fuga degli americani da Kabul. Il problema è che i talebani in questi 20 anni  ci sono sempre stati in Afghanistan e la fuga da quel Paese non si è mai veramente arrestata”.

La distribuzione dei profughi sul territorio lombardo e quindi anche a Cremona è centralizzata nel capoluogo di regione, e il percorso di smistamento è appena iniziato, fanno sapere dalla Prefettura.

Si trovano al momento ancora nell’hub di Avezzano i due afghani che già da sette anni vivevano e lavoravano a Cremona, Loqman Niazai e Ramazan Ahmadzai che al momento dell’ingresso dei talebani a Kabul stavano cercando di tornare a Cremona portando con sé il maggior numero possibile di famigliari. Presumibilmente ci riusciranno nei prossimi giorni, dopo il periodo di quarantena e l’ok della Prefettura.

Intanto il presidente di Anci (associazione dei comuni) Lombardia Mauro Guerra, oggi ha espresso le sue preoccupazioni: “E’ necessario – ha detto – che dal Ministero dell’Interno, venga subito formalizzata una garanzia di impegno anche finanziario. L’impegno dei Centri di Accoglienza Straordinaria sarebbe insufficiente e, soprattutto, inadeguato. È assolutamente necessario l’ampliamento del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI)”, ovvero l’ex Sprar di cui Cremona ha esperienza da molti anni. gbiagi

 

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