E' morto il fotografo Roberto Faliva,
testimone della cronaca cremonese
E’ morto in ospedale, dove era stato ricoverato per una caduta avvenuta in casa 15 agosto, il fotografo Roberto Faliva, 81 anni, volto notissimo in città, dove ha portato avanti insieme al fratello Giuseppe la tradizione di famiglia del padre Angelo nello studio sotto i portici della Camera di Commercio. Acuto testimone attraverso i suoi scatti dei fatti di cronaca e di sport (tra tutti la Cremonese, di cui era anche appassionato tifoso), dei fenomeni sociali e di costume, Roberto negli ultimi anni era stato colpito dal più devastante dei dolori che possono accadere a un padre, quello della sparizione del figlio Angelo, il giovane chef scomparso nel nulla nel 2009 mentre lavorava a bordo della nave da crociera Coral Princess al largo della Colombia. Vani i continui appelli della famiglia e in particolare della sorella Chiara, affinchè l’inchiesta sulla scomparsa non venisse archiviata. Nel 2019 un sopralluogo della Scientifica a casa Faliva, con il prelievo di dna dei famigliari al fine di una comparazione con quello di alcuni corpi non identificati, aveva riacceso le speranze, poi cadute nel nulla.
Nel 2012 il lavoro documentario dei Faliva era stato al centro della mostra fotografica “Cremona e i Cremonesi”organizzata dal nipote di Roberto, l’architetto Alberto Faliva: uno spaccato sulla città, i suoi svaghi e i personaggi di un tempo, le trasformazioni urbane e una galleria di personaggi che ne hanno fatto la storia, da Mina a Tognazzi, dai campioni dello sport a Domenico Luzzara. Senza dimenticare la gente comune della Cremona di una volta, come Cireneo che vendeva la “patuuna”, Pinedo e il mangime per i piccioni, Bagonghi e Camel, i profughi istriani accolti nell’ex caserma Lamarmora.
Di natali milanesi, il capostipite Angelo aveva iniziato l’attività di fotografo nello Studio Fotografico A. Colliva & A. Faliva in corso Venezia. Quindi nel 1935 il trasferimento a Brescia con il fratello Celeste (anch’esso fotografo) e la sorella Adelaide (detta Lally, pittrice e ritoccatrice). Un anno più tardi l’arrivo a Cremona, dove nel 1952 viene aperto il primo atelier in via Boldori e, in seguito, dal 1955, in piazza Cavour, divenuta nel frattempo Stradivari, sotto i portici della Camera di Commercio. Qui, fino a pochi anni fa, hanno continuato a lavorare i figli Roberto e Giuseppe. gbiagi