Cronaca

Messa dell'Assunta, mons.
Napolioni: "Dobbiamo ricostruire"

Nella mattinata della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, domenica 15 agosto, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha presieduto l’Eucaristia nella Cattedrale di Cremona, intitolata proprio a S. Maria Assunta.

La celebrazione liturgica – riferisce il sito della Diocesi – è stata concelebrata dai canonici del Capitolo della Cattedrale e accompagnata dal coro della Cattedrale con il maestro Fausto Caporali all’organo.

“La Madonna Assunta ci rivela l’amore immenso di Dio nei confronti di Lei, ma anche il disegno di salvezza sull’umanità”, ha detto monsignor Napolioni nell’omelia. “Maria Assunta “ci assume”: coinvolge uomini e donne in una impresa, non lasciarci spettatori nostalgici e increduli del compimento del disegno sull’umanità.

Davanti alle sfide e ai drammi del nostro tempo come facciamo ad essere sereni e spensierati? Tra guerre, pandemie, terremoti, alluvioni, incendi che devastano la natura. Quei boschi che dicono la vitalità della terra, l’ospitalità nei confronti di ciò che il Signore ha creato per la nostra gioia e che noi districhiamo per motivi di lucro”.

Nella riflessione di monsignor Napolioni anche la terminologia usata per definire la calura di questa estate: “Il caldo chiamato Lucifero ci fa riflettere: Maria vince Lucifero e chiede a noi di scegliere da che parte stare, con chi costruire. Collaborare con l’opera di salvezza non solo del piccolo pianeta su cui viviamo, ma delle nostre anime, dei nostri sentimenti, famiglie, relazioni, comunità e popolo”.

E ha proseguito: “Sono tanti i Luciferi: non solo chi accende un rogo, ma chi riaccende il seme della guerra, chi semina discordia, chi inquina la comunicazione con bugie e calunnie generando insicurezza e sfiducia. Siamo chiamati a essere luce de mondo, attuando ogni giorno qualcosa del suo Magnificat”.

“Siamo un po’ a fine corsa, ci dobbiamo svegliare tutti, ciascuno per la sua parte” ha concluso. “È tempo di innalzare i piccoli (ha detto riferendosi alla sua recente visita al campo estivo dell’ACR cremonese, ndr). Diamo fiducia ai piccoli, dobbiamo essere noi, con coraggio, a ricostruire nell’esenzione questo paradiso nel quale siamo chiamati ad allenarci per quello eterno. Non distruggendolo, ma rendendolo davvero la casa dei figli di Dio”.

Qui il riferimento all’imponente Pala dell’Assunta della Cattedrale, opera di Bernardino Gatti, morto prima di finire l’opera, completata nel 1579 da Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso. «Nella pala d’altare del presbiterio la Madonna Assunta è rappresentata in un modo particolare, una madonna attirata e impegnata a salire in cielo coronata degli angeli musicanti, aggrappata alla sua nuvola vediamo già degli uomini”.

E ancora: “In quest’opera – ha sottolineato proprio il Vescovo – vediamo solo sei apostoli, perché Bernardino Gatti morì prima di concludere l’opera: noi approfittiamo di questa circostanza per dare un significato simbolico a questo collegio apostolico dimezzato, come a dirci che l’opera è incompiuta e c’è spazio anche per noi”. E ha terminato: “Maria da lì in alto, con questo suo slancio, è dipinta con che grinta sta salendo; persino gli apostoli sono muscolosi. Come a indicare che è tempo di fare, e non di abbandonarsi solo alla contemplazione dell’opera di Dio. L’opera di Dio chiede operai per la sua vigna. Mettiamoci al lavoro perché trionfi la bellezza di cui Maria e immagine sicura per tutti noi”.

Per l’occasione è stata esposta la pergamena con la quale si concede per l’occasione l’indulgenza plenaria alle solite condizioni.

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