Cronaca

Mamma Veronica e Carlo
Stassano: la nostra intervista

C’è tutta l’anima della Nigeria in Veronica. Quella capacità di guardare il mondo cercando di cogliere sempre – e con un sorriso – le cose positive. Mette allegria il solo parlarle. Domani tornerà al lavoro, quello di badante che la impegna dal lunedì al sabato compreso, per 24 ore. Fausto l’ha fatto crescere, ma a farlo crescere con lei una rete di persone. Tanti lo hanno adottato, tanti se ne sono presi cura come se fosse figlio loro. Il fresco vincitore olimpico è figlio di quello sguardo e di quei occhi, dell’insegnamento di mamma Veronica e di tutti quelli che ha incontrato sulla sua strada.

Li ricorda tutti la mamma, a partire da Carlo Stassano. Fu lui che aiutò – con l’Atletica Interflumina – la mamma a trasferirsi da Breda Cisoni a Casalmaggiore, che lo seguì quando ancora ragazzino il velocista era esplosività allo stato puro, esplosività grezza. Che aiutò quella famiglia ad integrarsi. Lo andava a prendere, lo portava al campo e lo faceva allenare ma chi conosce Carlo sa che per lui l’atletica non è solo lo sport, è scuola di vita, palestra pedagogica e mezzo per aiutare le persone. Atleti e le loro famiglie. L’uomo – atleta o meno – è figlio di un insieme e della sua complessità ed occorre lavorare su più livelli, sempre. Fausto è venuto su in questo clima, con la testa che ha e l’anima di un ragazzo che è dovuto crescere senza perdere mai di vista i principi, gli obiettivi, la passione e la strada che aveva davanti.

C’era Carlo Stassano quando, ancora 12enne, come ricorda mamma Veronica, le spiegava che un giorno Fausto avrebbe girato il mondo. C’erano i suoi zii adottivi, tutte le persone che lo hanno seguito quando lei doveva andare a lavorare per portare a casa di che vivere, a proteggere Fausto, ad accompagnarlo, a vederlo diventare grande, e fiero, e testardo, e velocissimo. Oggi per Fausto è solo una tappa sulla strada. Ha scritto la storia, ha colorato d’oro i giorni, ha reso orgoglioso tutto un comprensorio. Perché poi l’atleta è quell’uomo, col volto da ragazzino e il sorriso gentile,che incontri per strada e ti saluta. Non è sempre stato così, all’apparenza tranquillo. Ma proprio per quella esplosività che si portava dentro.

Lo ricorda la mamma che da bambino non stava mai fermo che poi, giunto ai 12/13 anni non è rimasto fermo ugualmente, ma ha canalizzato tutta quella energia nello sport. Quelle che trovate sono le nostre interviste. Non si sa ancora quando tornerà a casa. Non glielo ha detto Fausto, forse e proprio per farle la sorpresa, forse per non preoccuparla. C’è un’altra cosa importante nelle parole di mamma Veronica: Fausto è di Casalmaggiore, qui vive e qui ritorna a sera. Questa è la sua terra e la sua città, questi i suoi spazi oltre l’atletica. E’ qui che l’ormai cosmopolita velocista ha le sue radici profonde. Parma è solo lo spazio in cui si allena. I sogni? Sono quelli di ogni mamma che al figlio ha insegnato a voler bene.

Tirare dritto per la propria strada, farsi onore nello sport con obiettivo Parigi e le prossime Olimpiadi tra soli 3 anni e tutto quello che ci sta in mezzo e continuare a voler bene e a farsi voler bene. E poi farsi una famiglia. Sogni normali per un ragazzo speciale. Fausto Esosa Desalu da Sabbioneta e Casalmaggiore, figlio veloce di questa terra.

QUI SOTTO L’INTERVISTA INTEGRALE A VERONICA E CARLO STASSANO

Nazzareno Condina & Giovanni Gardani

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