Fausto Desalu a Casalmaggiore
L'orgoglio di tutta una città
“Ho tante cose da fare ma vieni pure, una mezz’ora la trovo”. E’ tornato a casa Fausto Eseosa Desalu. E’ arrivato stanotte dal Giappone, un saluto a Parma alla sua mamma e poi un po’ di riposo. Di meritato riposo. Per chi aveva paura che qualcosa fosse cambiato con una medaglia del metallo più prezioso al collo, rassicuriamo: non è cambiato nulla. E’ il Fausto di sempre, quello gentile e sorridente, quello che 4 chiacchiere le scambia.
La location è davanti casa sua. Informale per un’intervista “E devono ancora fare i lavori per rimetterla a posto” ci dice. Lui vive qui, tra una competizione e l’altra, tra un allenamento e l’altro. Casalmaggiore, Breda Cisoni, Sabbioneta: qui ha le sue radici. Stasera sarà a Lesignano da Sebastian Bacchieri, suo allenatore. Ci sarà per lui una piccola festa, le grandi testate giornalistiche, i fotografi e millemila domande. Domani poi riposerà, per ricaricare le batterie per i prossimi eventi sportivi.
“L’emozione è stata forte – ci racconta – soprattutto quando sono salito sul podio perché è una cosa che ho sempre pensato di poter fare e alla fine quando è successa mi sono detto “E’ successa” ma poi alla fine non ci credo ancora. Sto ancora realizzando l’impresa storica che abbiamo fatto. Abbiamo sempre sentito che potevamo farcela, perché siamo sempre stati un gruppo molto affiatato e poi l’impresa di Marcel (la vittoria dei 100 metri piani con l’oro di Marcel Jacobs, ndr) ci ha dato una carica. Dopo la sua impresa mi sono detto, se ce l’ha fatta lui posso farcela anch’io. Lui ha un grande talento, ma nessuno tre giorni prima della gara avrebbe pensato che poteva vincere un oro olimpico. E’ successo perché lui ci credeva. Ci credeva. La forza della testa è tutto. La testa comanda le gambe, quando la testa c’è anche le gambe agiscono di conseguenza”.
La medaglia in mano è bellissima. Vederla dal vivo fa una certa impressione. Fausto è oro olimpico, ma questo non è un punto di arrivo, ma solo una tappa per continuare a crescere, e a migliorarsi. “Adesso mi prendo una settimana di vacanza, poi c’è la seconda parte di stagione, ci sono alcune diamond league tra Losanna, Eugene e Parigi, che voglio fare, sono già in lista, voglio valutare cosa fare e cosa non fare e poi c’è la finale di diamond league a Zurigo a settembre, quello è l’ultimo appuntamento dell’anno e voglio riscattarmi sulla gara individuale”.
Parigi dista solo tre anni, ma in mezzo c’è tanto altro ancora da fare. “Obiettivo Parigi, però già l’anno prossimo ci sono i mondiali a Eugene, e poi gli europei a Monaco di Baviera. Il mio triennio parte dal 16 agosto ma una tappa fondamentale sono i mondiali e gli europei dell’anno prossimo”.
“Devo rendermi ancora perfettamente conto di quello che è successo, sembra banale dirlo ma è quasi un sogno perché quando sei piccolo dici che vuoi arrivare alle olimpiadi, salire sul gradino più alto del podio e commuovermi. Poi quando succede davvero è una bella sensazione. Devo ancora metabolizzare il tutto ma sono veramente felice per questa impresa storica. Ce lo siamo meritati ma questo è il risultato non solo mio ma degli altri tre ragazzi e di tantissime altre persone che mi hanno aiutato nel corso di questi 27 anni. Non sarei qua, non sarei qui in questo momento a celebrare questa medaglia se non fosse per tutte quelle persone, tantissime persone, un intero paese, Breda Cisoni, Sabbioneta, Casalmaggiore. Non sarei qui senza tante altre persone, e senza l’Atletica Interflumina. Questo è il risultato che dedico a tutta l’Italia”.
Tempo per un po’ di foto, e per scambiare tre battute con un gruppo di donne anziane che lo riconoscono, e lo chiamano per nome. C’è una vicina di casa, un’altra donna molto anziana che si muove a fatica, sono le nonne delle case popolari di via Corsica. “Fausto, ho fatto il tifo – gli dice – io abito qui e ti conosco bene”. Avrebbe voluto le cartoline con Fausto, l’immagine da tenersi in casa. Gli anziani sono così, vogliono avere davanti le immagini a cui tengono. Lo rimprovera bonariamente. “L’altra volta avevi fatto le cartoline – aggiunge – quest’anno no!”. Un’altra signora esce dal portone di casa e gli dà una pacca sulla spalla. Lui sorride sempre, sorride a tutti, sorride come sempre. “Ho visto il sindaco stamattina – aggiunge l’anziana – e mi sono complimentata con lui e mi ha detto che tu hai tenuto alto l’onore di Casalmaggiore. Lo sa tutto il mondo”. C’è chi fa i complimenti alla mamma.
Forse perde qualche minuto in più di quelli previsti, ma Fausto è questo: un uomo gentile e disponibile oltre che un campione. La sua città lo sa e in tanti lo conoscono e gli vogliono bene, al di là della medaglia che ora porta al collo. Non è stato il caso a farne l’orgoglio della città. E’ stato carattere, impegno, radici, forza fisica, allenamento e sorrisi. E – come dice lui – testa. Un mix esplosivo. Un mix che fa di lui un campione. Il campione di Casalmaggiore, Sabbioneta e Breda Cisoni e adesso di tutta Italia.
Nazzareno Condina