Ambiente

Impianto Biofor Castelleone, prima
riunione tecnica per l'upgrading

Sarà tra i primi progetti del piano di riconversione energetica green 'Cremona 20/30'

Il potenziamento dell’impianto di trattamento di rifiuti organici Biofor di Castelleone sarà tra i primi progetti del piano di riconversione energetica green ‘Cremona 20/30’ a vedere la luce. A maggio Linea Ambiente, la società del gruppo A2A – Lgh che detiene l’impianto, aveva presentato in Provincia la richiesta di autorizzazione unica al potenziamento della capacità di trattamento; il 5 agosto si è svolta la prima conferenza dei servizi, dove tutti i soggetti coinvolti – Settore Ambiente, Arpa, Ats, Vigili del Fuoco, Ufficio d’Ambito, Comune di Castelleone tra gli altri – hanno fatto le loro osservazioni.

Il progetto prevede l’aumento della capacità dell’impianto e quindi di produzione di energia elettrica e termica da sostanze organiche di scarto, sia dai rifiuti urbani che agricoli e zootecnici  per ottenere biometano, con un investimento previsto da qui al 2030 di poco meno di 11 milioni di euro.

Verrà ampliato – si legge nel verbale della riunione – il capannone di stoccaggio; realizzata una nuova area di manovra dei mezzi; installato un nuovo sistema di estrazione e disacquatura della frazione leggera dei contaminanti; e verrà fatta tutta una serie di migliorie sulle strutture esistenti, tra cui copertura della vasche di digestato e dei sili orizzontali esistenti.

Punto qualificante degli interventi sarà l’installazione di una “nuova sezione di ‘upgrading’ del biogas a biometano”, che comporta  anche la modifica sostanziale dell’Aia esistente: di qui la necessità della conferenza di servizi, che prevede un’altra seduta, già fissata per novembre, nella quale l’azienda dovrà fornire integrazione documentale.

Il Comune ha chiesto una planimetria che illustri l’intervento di mitigazione ambientale con  fascia arborea di “almeno 5 metri per tutto il perimetro dell’impianto”.

Tra le richieste fatte da Arpa, la presentazione di una relazione descrittiva dell’upgrading “esplicitando il funzionamento delle torre di lavaggio  del biogas e la rimozione dell’ammoniaca, il sistema di ricircolo del permeato, il destino dell’anidride carbonica prodotta nel processo (…)”. Altro aspetto su cui sono stati chiesti chiarimenti, è quello degli odori: il progetto prevede un ampliamento del biofiltro esistente e per valutarne l’efficacia l’Arpa richiede la presentazione di un Piano di gestione. Richiesto inoltre un Piano di indagine della matrice suolo, che indichi in particolare i punti di campionamento, le modalità dello stesso e il set analitico previsto.

Per quanto riguarda l’Ato, Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona, le modifiche all’impianto “non sembrerebbero comportare modificazioni alla configurazione degli scarichi attualmente autorizzata”; mentre i Vigili del Fuoco hanno richiesto ulteriori interventi in ambito di normativa antincendio.

Numerose, infine le richieste di integrazione al progetto da parte della Provincia: dai chiarimenti sulla definizione di “biometano – end of waste”, alla quantità massima giornaliera di rifiuti in ingresso; dagli accorgimenti per evitare il superamento dei picchi di odore consentiti, a maggiori dettagli circa la correlazione tra potenza dell’impianto di produzione energia elettrica e flussi di inquinanti emessi.

Giuliana Biagi

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