Farmaci letali, la Cassazione
nega libertà al dottor Mosca
Il dottor Carlo Mosca resterà ai domiciliari: dopo il “no” del gip e del tribunale del Riesame, anche la Cassazione ha detto no al ritorno in libertà del cremonese primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari accusato di omicidio volontario “per aver somministrato farmaci, risultati letali, a due pazienti affetti da Covid”.
Secondo gli inquirenti, il medico, di Persico Dosimo, avrebbe infatti portato alla morte due pazienti di 61 e 79 anni. Le vittime, Natale Bassi, 61 anni, e Angelo Paletti, di 80, erano morte durante la prima ondata pandemica. In un caso, nel corpo di unao dei due, riesumato durante le indagini, erano state trovate tracce di Propofol, un potente anestetico. Ma per l’accusa sarebbe stata usata anche la Succinilcolina.
Sempre secondo l’accusa, l’utilizzo dei medicinali non sarebbe stato specificato nelle cartelle cliniche delle vittime. Era però emerso successivamente, dopo che le salme erano state esumate per effettuare l’autopsia.
Una versione ben diversa quella rilasciata dal primario, che ha negato con decisione ogni accusa, precisando altresì che nessun altro, medici o infermieri, possa aver somministrato tali farmaci.