Latte, la cooperazione cremonese
"salva" un 2020 problematico
Per i soci delle coop lattiero-casearie cremonesi, nonostante la pandemia e l'incremento dei prezzi delle materie prime, risultati soddisfacenti: liquidati tra 0,4 e 0,44 euro per litro di latte conferito
Si stanno completando in questi giorni le assemblee per l’approvazione dei bilanci delle cooperative lattiero-casearie della provincia. Il 2020 è stato un anno complicato sotto diversi punti di vista, ma i risultati delle cooperative sono stati comunque positivi, consentendo un’adeguata remunerazione del lavoro dei soci conferenti.
La cooperazione, secondo l’analisi realizzata dall’ufficio studi di Confagricoltura Brescia, ha infatti liquidato mediamente ai soci prezzi che, per le cooperative di trasformazione, vanno da poco meno di 0,40 euro per litro di latte fino a un massimo di oltre 0,45 euro. Invece, il prezzo delle produzioni conferite all’industria, basandosi sulle rilevazioni dell’annata agraria 2020, si è fermato a 0,38 euro per litro di latte. Numeri che, secondo Confagricoltura, confermano come il modello cooperativo sia uno strumento fondamentale per valorizzare il prodotto dei soci, trasferendo maggiori quote di valore aggiunto.
Guardando ai numeri delle principali realtà cremonesi, produttrici anche di Grana Padano, la Plac – Fattorie Cremona di Persico Dosimo ha liquidato 0,394 euro al litro di latte conferito. Per i soci della Latteria Soresina sono arrivati invece 0,407 euro per litro. Infine, per gli associati alla Ca’ De’ Stefani di Vescovato sono stati liquidati 0,448 euro per litro.
Archiviato il record storico del 2019, trainato in particolare dalla quotazioni del Grana Padano, lo scorso anno c’è stata comunque una correzione al ribasso, dovuta tanto alla pandemia quanto alla diminuzione del prezzi del formaggio stesso, marcata soprattutto nei primi mesi del 2020 (alcune avvisaglie si erano però registrate già a fine 2019).
La crescita dei prezzi, in primis per l’alimentazione, sta contraendo la redditività degli allevamenti da latte: dallo scorso autunno gli alimenti zootecnici stanno toccando livelli tra i più alti degli ultimi dieci anni, in particolare soia e granturco. “Le tensioni sui prezzi – spiega Francesco Martinoni, presidente della Federazione nazionale di prodotto Latte di Confagricoltura – sono spesso frutto di dinamiche speculative e di fattori internazionali a cui si deve rispondere rafforzando la filiera tra produttori, allevatori e aziende mangimistiche. È necessario incentivare la ripresa della coltivazione di mais, strategica per la zootecnia e la filiera agro-alimentare”.