Cronaca

"O mi date i soldi o vi uccido"
Minacce e botte ai familiari

L’avvocato Annamaria Petralito

Richieste di denaro, minacce e percosse alla mamma e al fratello maggiore. A processo è finito un 44enne casalasco, imputato, insieme alla sua compagna di 28 anni, di Casalmaggiore, di estorsione. Secondo la procura, il 44enne, dal 2013 al 2020, a San Giovanni in Croce, in plurime occasioni avrebbe minacciato di morte sia la madre, 70 anni, che il fratello, 46 anni, a causa di continue richieste di denaro. “Vi spacco la testa e vi ammazzo tutti se non mi date i soldi”, “non fatevi vedere in giro perchè vi rompo la testa”.

Le due vittime, in molteplici occasioni, avrebbero subito anche delle percosse. In particolare, il 5 agosto del 2020, in seguito all’ennesima richiesta di soldi, l’imputato, accusato anche di lesioni, avrebbe preso per il collo il fratello, mentre la madre sarebbe stata minacciata con delle forbici, dopodichè i due sarebbero stati minacciati con una mazza da baseball, e quando la madre aveva preso il telefono per chiamare le forze dell’ordine, il figlio gliel’avrebbe preso e scagliato per terra, distruggendolo. Non contento, armato di un coltello e di un tondino, si sarebbe scagliato contro il fratello, provocandogli lesioni. “Prova a fare denuncia o ad andare al pronto soccorso che ti apro la testa in due”, gli avrebbe detto. Minacciati e malmenati, madre e figlio sarebbero stati costretti, in numerosissime occasioni, con frequenza settimanale, a consegnare al loro familiare la somma di 200.000 euro.

La denuncia è stata sporta dal fratello maggiore, che oggi in aula ha raccontato i vari episodi e ribadito in parte le accuse, mentre la madre ha negato tutto. A processo è stato sentito anche il parroco di San Giovanni in Croce, Diego Pallavicini. All’epoca il don aveva raccolto le confidenze della donna, che insieme al figlio maggiore frequentava la parrocchia e l’oratorio. “Mi ha parlato del rapporto difficile con il figlio e dei problemi di soldi”, ha detto in aula don Pallavicini, al quale la donna aveva chiesto soldi in prestito da poter consegnare al figlio. “Ho visto percosse e lividi sul suo corpo”, ha aggiunto il parroco, che alle due vittime aveva concesso di trasferirsi per alcuni mesi in un alloggio nei locali della parrocchia. “Lei mi diceva che era la compagna ad incitare il figlio a comportarsi così”.

Oggi l’imputato, che è stato in carcere per aver violato il divieto di avvicinamento alla compagna, la 28enne  che insieme a lui deve rispondere di estorsione, ha trovato un lavoro e convive con la ragazza. Entrambi sono difesi dall’avvocato Anna Maria Petralito. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 9 novembre per sentire altri testimoni.

Sara Pizzorni

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