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Giovanni Gnocchi e Flatiron
Trio, il jazz incontra la classica

foto Danilo Codazzi

Quando la classica incontra il jazz scocca la scintilla della sperimentazione e magari sfocia in uno scroscio di applausi: ha calamitato il pubblico il concerto ‘Meeting Jazz’, in scena nell’Auditorium Arvedi come secondo appuntamento della rassegna “CremonaJazz”, promossa da Museo del Violino e Unomedia con la direzione artistica di Roberto Codazzi. L’evento, trasmesso in diretta su Cremona1, ha portato nell’ovale ligneo il solista Giovanni Gnocchi, violoncellista di origine cremonese e carriera internazionale, che si è cimentato in una sfida musicale: intrecciare la sua formazione classica con l’improvvisazione jazz.

 Insieme all’artista si è esibito il Flatiron Trio guidato dal pianista cremonese Roberto Cipelli, artist in residence della sesta edizione di “CremonaJazz”, che ha firmato brani originali quali ‘Market Square’ e ‘Kosmopolites’ dal sapore appunto cosmopolita. Il viaggio è stato il tema della prima parte del concerto, dove non sono mancate le sonorità jazz del francese Bolling e i ritmi della bossa nova di Jobim.

«Mi è capitato spesso di suonare in Brasile e ogni volta era sorprendente appurare come la cultura musicale fosse radicata in ogni dove» ha raccontato Gnocchi, scherzando poi a più riprese con Cipelli che si è prestato a divertire il pubblico con qualche aneddoto.

Nella seconda parte del concerto è entrato in scena il Bazzini Consort diretto da Aram Khacheh, con giovani artisti che hanno interpretato il ‘Concerto per violoncello, fiati e batteria’ di Friedrich Gulda, precursore del crossover musicale. Affascinante la disposizione scenica, che nel rispetto del distanziamento, ha posizionato alcuni fiati sulle balconate. Notevole l’abilità virtuosistica di Gnocchi, proposta anche in un bis.

Federica Priori

 

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