Cronaca

Capriolo in fuga in via Milano
Si ferisce e muore su recinzione

Nuovo episodio, purtroppo senza lieto fine, che vede protagonista un animale selvatico per le strade della città. Questa mattina attorno alle 8,30 un capriolo è stato avvistato all’altezza del civico 44 di via Milano, a Cavatigozzi, dove si trovano gli esercizi commerciali della frazione. L’animale era visibilmente spaventato ed è corso giù dalla discesa che conduce ai garage e al cortile del condominio adiacente. Qui, si è infilato sulla rampa delle scale, salendo fino al pianerottolo del primo piano, dove ha rotto il vetro ed è precipitato nel cortile. E’ riuscito a spiccare un salto per tentare di superare la recinzione che separa il cortile da un’altra proprietà, ma è rimasto incastrato con la testa nelle sbarre. Così lo hanno trovato gli agenti della Polizia provinciale, allertati dai Vigili del Fuoco; probabilmente la causa della morte è stata la ferita all’addome causata dal vetro rotto. La carcassa è destinata all’istituto zooprofilattico per il monitoraggio sanitario della fauna selvatica.

“Era un esemplare maschio di circa due anni – spiega il vicecomandante della Polizia provinciale Marco Sperzaga, intervenuto insieme ai sovrintendenti Aldo Maffezzoni e Luca Bandera. La presenza di caprioli in zone anche vicine ai centri abitati ormai non è cosa rara, sappiano che ve ne sono diversi tra Cavatigozzi e Spinadesco. Più difficile che escano dalle zone boscata, probabilmente questo stava fuggendo in quanto impaurito”.

“In generale – spiega il comandante della Polizia provinciale Salvatore Guzzardo, da poco entrato in servizio a Cremona – quando si vede un animale selvatico bisogna evitare di avvicinarsi per una questione di sicurezza e incolumità personale e per rispetto dell’animale che, nel caso si spaventasse, potrebbe creare danni a sé stesso e causare incidenti. Occorre poi
chiamare subito la polizia provinciale oppure il numero unico di emergenza o le forze di polizia che a loro volta ci allertano.
E’ la procedura più sicura per l’incolumità umana”. Giuliana Biagi

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