Cronaca

Cremona Solidale, nulla di fatto
per il dg: si ricomincia da zero

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Si conferma in salita la ricerca del nuovo direttore generale a Cremona Solidale. I due candidati che il Cda aveva individuato come idonei sulla base del primo bando, pubblicato il 27 marzo dopo che Emilio Tanzi aveva dato le dimissioni il 27 febbraio, hanno rinunciato all’incarico e a questo punto l’organo amministrativo ha deciso di emettere un nuovo bando. Pubblicato il 4 giugno, con scadenza di presentazione domande entro due settimane e mezzo, il 22 dello stesso mese. Colloqui previsti per il 27 giugno e primo giorno di lavoro il 1 luglio, con un’assunzione di durata quinquennale regolata dal contratto nazionale degli enti locali. Una condizione che potrebbe avere scoraggiato quei professionisti che aspirano al tempo indeterminato, come avviene di norma nelle Fondazioni che gestiscono la maggior parte delle Rsa.

Che ci fossero difficoltà a reperire la figura adatta era già emerso nell’ultimo mese, quando però, alla fine, una scelta era stata fatta: il Cda era infatti arrivati ad una rosa ristretta di nomi rispetto ai 16 candidati che avevano inviato il curriculum. Tra questi, era trapelato un nome che aveva suscitato un certo clamore, quello di Giacomo Boscagli, nipote dell’ex presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni.

Visto l’allungarsi dei tempi (dal 1 maggio la sede è vacante) a fine aprile l’incarico ad interim era stato affidato al presidente del Cda Emilo Arcaini il quale, in una comunicazione inviata ai famigliari, aveva auspicato che in breve tempo si arrivasse all’individuazione del titolare.

Così non è stato. Cremona Solidale è un’azienda complessa, oltre alla Rsa gestisce i servizi domiciliari del Comune di Cremona (Adi) e i centri diurni integrati per gli anziani, Alzheimer e non. Come tutte le rsa ha subito i pesantissimi contraccolpi della pandemia, psicologici, con la morte di numeri ospiti, ma anche economici, con la riduzione dei posti letto occupati e i maggiori costi imposti dalle misure anti contagio. Ma già all’inizio del 2020,  prima quindi dell’inizio della pandemia, il 2019 evidenziava una perdita di 250mila euro: tra le cause, il maggiore costo del personale, con l’entrata a pieno regime del rinnovo contrattuale dal 1 gennaio 2019 e la  diminuzione dei margini operativi di una buona parte dei servizi erogati. Come era emerso in una delle audizioni del cda in commissione comunale Welfare, la perdita stimata per il 2020 era di quasi due milioni di euro, ridotta di 630mila per l’utilizzo delle riserve di utili degli anni precedenti, arrivando quindi a 1 milione e 252mila euro. Quest’anno il Comune ha fatto nuovi stanziamenti per la sua azienda speciale, che ora però deve necessariamente riorganizzarsi.

Giuliana Biagi

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