Cronaca

Campi di concentramento, orrore
d'Europa: il viaggio di Bottoli e Pinzi

Settecento fotografie, per documentare 130 “luoghi del terrore”, tra campi di concentramento e di lavoro utilizzati dal nazifascismo in 14 Paesi europei, ma anche altri luoghi meno conosciuti dove presero forma gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Foto e testi che formano un volume di 450 pagine realizzato da Francesco Pinzi e Ilde Bottoli, autori di “1933-1945 Lager Europa” (edizioni CremonaProduce) con l’introduzione dello storico Gustavo Corni, presentato oggi mercoledì 2 giugno nel salone dei Quadri di palazzo Comunale.

Uno dei primissimi appuntamenti in presenza dopo il lungo periodo delle videoconferenze e delle lezioni a distanza, che ha riempito il salone. A rimarcare il valore del lavoro svolto, il consigliere comunale Giovanni Gagliardi, l’assessore Rodolfo Bona, la coordinatrice di Rete Scuole Roberta Mozzi, il deputato Luciano Pizzetti.
“Questo libro – ha detto – impedisce davvero di dimenticare. Nella memoria spesso le fotografie valgono molto di più di racconti distanti e mettere insieme immagini e parole dà una visualizzazione piena di quella tragedia. Non credo ci siano tante altre opere così descrittive di quello che è accaduto”.

Bottoli e Pinzi hanno dato vita fin dal 1995 al progetto “Il futuro ha una memoria”, con l’amministrazione provinciale di Cremona, progetto che dal 2009 si è trasformato in “Essere cittadini europei – Percorsi per una memoria europea attiva” promosso dalla Rete Scuole. Attraverso queste esperienze sono stati effettuati nelle scuole superiori provinciali incontri con testimoni e sopravvissuti e poi viaggi sui luoghi delle deportazioni. Non solo ebrei, principale capro espiatorio della follia nazifascista, ma tutte le minoranze ne sono state vittime: oppositori politici, slavi, disabili, Rom e Sinti, omosessuali, testimoni di Geova, militari internati italiani, trattati come traditori.

Le prime immagini del libro, che ripercorre 10 anni di viaggi, riguardano la strage di Utoya , nel 2011, una “strage dei giorni nostri compiuta con la stessa crudeltà delle SS naziste nel nome di un’ideologia che pensavamo fosse ormai bandita dalla storia”, si legge nel capitolo introduttivo di Pinzi. Sulle ruote del loro camper, per dieci anni dal 2009,  Pinzi e Bottoli hanno percorso migliaia di chilometri, scoprendo pagine inedite in luoghi ricostruiti come memoriali ed altri abbandonati e semi sconosciuti.

E così si scopre, ad esempio, che i campi di concentramento, sfruttati negli anni della guerra dai nazionalsocialisti, e dai loro complici, sono stati “in molti casi costruiti prima del conflitto mondiale. Ciò vale per la Germania hitleriana ma anche per l’Italia fascista e anche per le democrazie, come quella francese.

Gli internati in Francia nel 1938 – 39 provenienti dalle file della repubblica spagnola sconfitta, hanno finito per ritrovarsi detenuti sotto il controllo del regime collaborazionista di Vichy o delle autorità d’occupazione tedesche; in questo modo il loro destino è mutato, generalmente in peggio (…) La guerra ha avuto la funzione di acceleratore di conflitti e tensioni più o meno latenti in molti paesi del continente, accentuando e radicalizzando la persecuzione di coloro che erano ritenuti connazionali infidi o di serie B” (Corni).

Il reportage mette in evidenza le diverse modalità con cui i gli Stati europei hanno superato quel tragico periodo: lampante la differenza tra Germania e Italia, nel primo caso la maggior parte dei siti sono stati restaurati, aperti al pubblico e dotati di moderni strumenti di informazione, a differenza dell’Italia dove – afferma Bottoli – ancora oggi vengono negate le responsabilità del fascismo di quei tragici anni.

Il volume è disponibile nelle librerie di Cremona e provincia al prezzo di 43 euro. gb

L’immagine conclusiva del volume, segnale di speranza

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