Cronaca

Disordini legati all'alcool, Fipe:
"Nulla a che fare coi nostri esercenti"

L'auto della Polizia Locale circondata da ragazzi sabato scorso in via Monteverdi

Gli esercenti della Fipe (i pubblici esercizi di Confcommercio) condannano comportamenti incivili legati al consumo di alcool nelle ore serali di cui un esempio si è visto lo scorso week end.

“I disordini che si sono registrati in questi ultimi giorni in città e in altri comuni del territorio non hanno nulla a che vedere con il divertimento responsabile e sicuro che, come Fipe e Confcommercio, vogliamo garantire nei nostri locali”, afferma la Fipe.

“Abbiamo sentito i colleghi e avuto testimonianza che coloro che hanno creato questi momenti di disagio, non erano nostri clienti ma, semplicemente, hanno approfittato (per le loro bravate) del palcoscenico di un luogo di aggregazione. Condanniamo fermamente questi episodi, deploriamo la deriva violenta che si è registrata in alcuni casi. Ma allo sdegno vogliamo far seguire un impegno concreto e tangibile. Per questo, con una nota ufficiale, abbiamo offerto alla Questura e alle Forze dell’Ordine tutto il nostro supporto per evitare che situazioni simili possano ripetersi.

“Già in passato abbiamo sviluppato progetti congiunti, dedicati in particolare, ai giovani. Mai come oggi occorre il rispetto delle regole, perché accanto ai tradizionali obiettivi di una serena convivenza tra i clienti e con i residenti, si aggiunge la attenzione sul fronte sanitario e del contenimento della pandemia. Abbiamo fatto della sicurezza, declinata in ogni suo aspetto, uno dei cardini per legittimare la nostra richiesta di ripartenza. E rinnoviamo, nelle nostre attività, ogni giorno, questo impegno con la massima attenzione.

“Confermiamo, dunque, un ancora più forte desiderio di collaborazione con le forze dell’ordine, convinti che la sinergia tra operatori del settore e agenti di pubblica sicurezza possa portare ottimi risultati per la comunità. Nessuna impresa potrebbe mai legittimare il degrado dell’ambiente in cui è chiamata ad operare. Ed anzi, ognuno di noi, vuole che la propria città sia vitale, attrattiva, accogliente, capace di offrire servizi di qualità. Anche l’eco di questi disordini, di cui i media locali, (giustamente) danno notizia finisce con il danneggiare le nostre attività. Mai come ora è un rischio da scongiurare in ogni modo, proprio perché diventa un freno ad una ripartenza di sui si avverte un estremo bisogno.”

“Non nascondiamo la nostra preoccupazione per questi fenomeni che rischiano di impoverire le nostre città e i centri storici, nati proprio come luoghi di relazioni e di incontro sereno. Serve un patto trasversale, che includa non solo noi e le forze dell’ordine ma anche con gli stessi clienti e con i cittadini, condividendo un obiettivo: quello del ritorno alla normalità della vita nelle città. Con il valore aggiunto di riscoprire, dopo che ci è stata negata per mesi, la bellezza dei luoghi del nostro vivere quotidiano ma anche l’emozione di una normalità ritrovata”.

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