Cronaca
Dad per le quinte superiori in vista
della maturità: gli studenti dicono no
Il timore di contagi che possano compromettere lo svolgimento degli esami di maturità, che iniziano il 15 giugno, sta facendo propendere alcune scuole superiori a far tornare in Dad le classi quinte nell’ultima settimana di scuola, dal 3 all’8 giugno. Lo hanno deciso ad esempio Collegio docenti e Consiglio di istituto del liceo Manin, a scopo cautelativo, per evitare che eventuali contagi avvenuti anche fuori dell’ambiente scolastico possano diffondersi a più ragazzi della stessa classe proprio a ridosso degli orali dell’esame di Stato. Già domani tuttavia, la decisione potrebbe cambiare, come spiega la dirigente Maria Grazia Nolli: “Ieri ho incontrato un gruppo di studenti, che mi hanno chiesto di ripensarci alla luce di varie motivazioni. Domani faremo una nuova riunione del collegio docenti e del consiglio istituto in via d’urgenza, per vedere se possiamo andare incontro a questa richiesta, che però ripeto, era stata assunta proprio da questi stessi organi deliberativi per evitare dei rischi.
“Da parte mia, anche per mia formazione professionale, non mi piace chiudere le porte in faccia ai ragazzi e ho percepito anche un ripensamento da parte di alcuni professori. Nel rispetto degli organi collegiali, sarei disponibile a rinunciare alla dad in un periodo particolare come l’ultima settimana di scuola prima degli esami. Vedremo cosa verrà deciso domani, 1 giugno, quando comunque è previsto che le quinte siano in presenza”.
Discorso diverso al liceo scientifico Aselli, dove il dirigente Alberto Ferrari conferma che non era stata presa alcuna decisione in merito ad un ritorno in dad per le classi quinte: “Non abbiamo percepito l’esigenza di dover lasciare a casa i ragazzi. Ci fidiamo del loro senso di responsabilità e comunque lasciarli a casa per le lezioni non impedisce di certo che escano e si frequentino nelle ore libere. La presenza a scuola, anzi, consente di avere comportamenti più ‘governati’ e di maggiore controllo.
Teniamo presente poi che l’esame di maturità, in caso di malattia o anche di positività ma senza sintomi, può essere svolto con modalità a distanza”.
Teniamo presente poi che l’esame di maturità, in caso di malattia o anche di positività ma senza sintomi, può essere svolto con modalità a distanza”.
Le scelte delle scuole superiori tuttavia dipendono da tanti fattori, primo fra tutti l’incidenza dei casi di positività in ciascun contesto. “In quest’ultimo periodo – spiega ancora il preside dell’Aselli – non abbiamo avuto casi di positività e anche per questo non ci sembrato che ci fossero le condizioni di privare i ragazzi di una socialità scolastica che favorisce l’apprendimento.
E’ giusto che ciascun istituto scelga nell’autonomia dei propri organi collegiali: si tratta di sensibilità personali sollecitate anche dal vissuto di ciascuno di noi”.
E’ giusto che ciascun istituto scelga nell’autonomia dei propri organi collegiali: si tratta di sensibilità personali sollecitate anche dal vissuto di ciascuno di noi”.
Duro il commento alle decisioni di alcune scuole da parte dei ragazzi del collettivo Il Megafono: “Ancora una volta – scrivono sulla pagina Fb del gruppo – il sistema scolastico mette in secondo piano gli studenti e le studentesse: alcune scuole superiori di Cremona hanno autonomamente deciso di far tornare le classi quinte in Dad dal 1° giugno.
Il provvedimento nasce per prevenire il rinvio degli esami in caso di quarantena per un’intera classe, ma i punti critici sono molti e evidenti. Pretendiamo di esercitare il nostro diritto all’istruzione in presenza, specialmente in un momento così importante e simbolico come gli ultimi giorni dell’ultimo anno di scuola superiore. E’ stato dimostrato più volte che le scuole non sono veicolo di contagio e il provvedimento risulta quindi inutile, considerando inoltre che studenti e studentesse continuano a socializzare, secondo tutte le norme di sicurezza sanitaria, fuori dalle scuole. E cosa ci dice il fatto che, pur non potendo di frequentare le lezioni, agli studenti sarebbe permesso recarsi a scuola durante la prima settimana di giugno per verifiche e interrogazioni? Che la scuola non è considerata altro che una macchina di produzione di voti, senza alcuna attenzione per la socialità, per la salute mentale e per un percorso di crescita umana che vada al di là dei risultati accademici”.
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