Cremona a Teatro!, chiude il 28
maggio Orgoglio e Pregiudizio
L’ultimo appuntamento con Cremona a Teatro! vede in scena Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, venerdì 28 maggio (ore 20), con l’adattamento di Antonio Piccolo e la regia di Arturo Cirillo.
Una commedia esilarante, che si spoglia delle vesti un po’grigie tipicamente romantiche per indossare quelle briose ed energiche in cui ironia e sarcasmo fungono da capisaldi della narrazione.
Perché portare a teatro “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen? “Perché penso che sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi” spiega Cirillo. “Sono affascinato dall’ ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. L’ironia di questa scrittrice, il suo sguardo acuto ma anche distaccato sui suoi personaggi l’amo molto.
Perché il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé.
Perché questo mondo sociale dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo, non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle, e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine.
Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi, che sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca. Per fare questo si cala nei suoi personaggi/alter ego amandoli e prendendoli un po’ in giro, magari standosene nascosta dietro una tenda ad osservarli, ridacchiando tra sé. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro”.