La visita di Mattarella

Da Gronchi a Ciampi: le quattro
visite presidenziali a Cremona

Sergio Mattarella sarà il quinto Presidente della Repubblica a fare visita ufficiale a Cremona, domani 25 maggio. Si esclude da questo elenco Giovanni Leone, che partecipò in forma privata ai funerali del senatore Zelioli Lanzini il 10 febbraio 1976.

Il precedente più recente è quello di  Carlo Azeglio Ciampi, 16 anni fa. Atterrato all’aeroporto di Linate la sera del 5 novembre 2005, insieme alla signora Franca, era stato accolto dal prefetto Badalamenti nel palazzo del Governo e qui aveva pernottato nell’alloggio di rappresentanza.

La giornata successiva era iniziata con un incontro privato con il Vescovo Dante Lafranconi e proseguita in piazza del Comune dove il presidente aveva passato in rassegna le forze militari, accolto dall’allora presidente del Consiglio Regionale Attilio Fontana, dalla vice presidente della Giunta Viviana Beccalossi, dal sindaco Giancarlo Corada e dal presidente della Provincia Giuseppe Torchio.
Aveva poi fatto tappa al teatro Ponchielli, dove si erano svolti i discorsi di rito. Nel pomeriggio, colloquio con il presidente della Provincia e quindi visita alla collezione degli Archi di palazzo Comunale, dove aveva incontrato anche il presidente dell’Ente Fiera, Antonio Piva e il presidente dell’Azienda regionale dei Porti di Cremona e Mantova Giorgio Albera.

Nel suo discorso al Ponchielli, Ciampi aveva avuto parole d’elogio per piazza del Duomo, “straordinaria per la sua armoniosa, grandiosa bellezza, suscita ogni volta, anche in chi è già stato a Cremona, una grande emozione” e per l’operosità di questa terra, “il cuore dell’agricoltura padana, che trae ancora, assai più che altrove, da un’agricoltura e da una industria agroalimentare molto sviluppate una parte rilevante del suo reddito”. Accennando anche ai cronici e tuttora irrisolti problemi di isolamento infrastrutturale.

“Avete fatto rifiorire l’arte antica dei liutai cremonesi, famosa in tutto il mondo; da un capo all’altro di questa vostra Provincia, lunga e stretta, avete costruito imprese industriali diversificate, dalle acciaierie alla cosmesi, e vi impegnate per fare di Cremona, naturale punto d’incrocio di vie di comunicazioni fluviali e terrestri, tra Est e Ovest, tra Nord e Sud, un polo logistico destinato ad attirare nuove imprese”, aveva detto nel suo discorso.

Il 22 ottobre 1994 era stato Oscar Luigi Scalfaro a visitare Cremona, in occasione dell’80esimo anniversario della morte del vescovo Geremia Bonomelli. Arriva nel primo pomeriggio e partecipa subito alla commemorazione ospitata al teatro Ponchielli. Ad accoglierlo il vescovo Giulio Nicolini e il sindaco Alfeo Garini. L’esecuzione musicale per violino e pianoforte è affidata a Sergej Krilov e Stefania Mormone. Una visita che dura soltanto mezza giornata e prosegue in Curia e poi in Cattedrale, dove Scalfaro assiste alla messa dal transetto.

E’ il 24 settembre 1982 quando, dopo essere stato a Piacenza, Sandro Pertini fa tappa a Cremona: le due città celebrano i 2200 anni di fondazione. Una visita contrassegnata dal grande affetto tributato della gente nei confronti del presidente – partigiano, come si vede nel breve tragitto che il presidente percorre a piedi tra Prefettura e palazzo del Comune. Ad accoglierlo, nel Salone di Quadri,  c’è il sindaco socialista Renzo Zaffanella; al termine del discorso di benvenuto, visita alla Sala dei Violini con il conservatore Andrea Mosconi, e alla mostra dei cimeli dei Fratelli Di Dio.

Pertini quindi visita la Fiera del Bovino in corso a Cà de Somenzi e assiste incuriosito ad una vendita all’asta di alcuni capi di bestiame, illustrata nelle sue varie fasi dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Ernesto Vercesi; colazione all’hotel Continental e quindi nel pomeriggio, visita al porto fluviale e alla Scuola di Liuteria, con il preside Sergio Renzi.  In Cattedrale assiste al concerto delle Quattro Stagioni di Vivaldi di Salvatore Accardo accompagnato dall’orchestra da Camera Italiana. 

Il primo Capo di Stato italiano a far visita a Cremona è stato Giovanni Gronchi, il 2 ottobre 1960. Altri tempi: il presidente arriva con il treno presidenziale accompagnato dal Consigliere Militare e dal Comandante della Regione Militare. Sono gli anni in cui fervono i lavori pubblici e in particolare a Cremona si crede davvero nelle possibilità della navigazione fluviale. L’occasione infatti è l’avvio dei lavori del porto fluviale, come ricorda la lapide collocata in largo Marinai d’Italia e la chiusura del Convegno Italo-Svizzero per l’Idrovia Locarno-Venezia che si era svolto presso la biblioteca governativa.

Dopo l’accoglienza in Prefettura, Gronchi in mattinata aveva assistito alla Messa in Cattedrale, quindi dopo una breve visita al museo civico si era recato al porto, dove assiste allo scoprimento del cippo. Al Capo dello Stato è riservata la poltrona centrale della prima fila della tribuna e da qui assiste al discorso del presidente della Provincia Ghisalberti. E’ lo stesso Gronchi a dare simbolicamente avvio alla costruzione del porto, premendo un pulsante che fa brillare una mina. La cerimonia è conclusa dalla sfilata dei natanti.

Dopo il pranzo in Prefettura, la giornata cremonese prosegue con una vista ai Magazzini frigoriferi della Immobiliare Caseifici Sociali, in via Cavo Cerca, costruiti dalla Cariplo e poi con un ricevimento a palazzo Comunale. Sindaco è il socialista Arnaldo Feraboli. Gronchi lascerà Cremona nel tardo pomeriggio, alla volta dell’aeroporto di Piacenza.

Giuliana Biagi

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