Cronaca

Dordoni-Casapound, in Appello
confermate la rissa e le lesioni

E’ approdato in Corte d’Appello a Brescia il procedimento sulla maxi rissa scoppiata il 18 gennaio del 2015 sul piazzale del Foro Boario tra esponenti di Casapound e antagonisti del Dordoni dopo il match Cremonese Mantova. 15 gli imputati che hanno affrontato il secondo grado di giudizio. Per tutti, i giudici hanno confermato le accuse di rissa e lesioni. Coloro che avevano contestato anche il porto abusivo di spranghe e bastoni hanno ottenuto uno sconto di pena di due mesi in quanto il reato è risultato prescritto.

L’esponente di Casapound Guido Vito Taietti è stato condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione, un anno in meno rispetto al primo grado. Taietti doveva rispondere di rissa e di lesioni gravissime nei confronti di Emilio Visigalli, del Dordoni. Quest’ultimo, che a sua volta era accusato di rissa, è stato condannato a 3 anni. Gianluca Galli, esponente di Casapound, ha invece visto la conferma della pena di primo grado a 2 anni e 6 mesi per rissa. Mentre Michele Arena, di Casapound, che in primo grado era stato condannato a 4 anni e 4 mesi per rissa, lesioni nei confronti di Galli e per porto di spranghe, ha patteggiato in Appello 2 anni e 10 mesi.

Gli imputati del Dordoni erano difesi dagli avvocati Sergio Pezzucchi, Gian Pietro e Monica Gennari, mentre quelli di CasaPound dai legali Cristiana Speroni, Giuseppe Guarneri, Marcello Lattari, Giovanni Benedini e Vanessa Bonaiti.

Per Casapound, la rissa era partita da un ‘agguato’ da parte del Dordoni. Di ‘provocazione’, invece, hanno sempre parlato gli aderenti al centro sociale che temevano un attacco dei rivali. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’esponente del Dordoni Emilio Visigalli, insieme ai compagni Michele Arena e Alberto Birzi, avevano premeditato l’aggressione, organizzando un raduno sul piazzale e armandosi preventivamente di mazze. Mazze portate al Dordoni dagli autonomi imputati. Tutto a causa dell’affissione di alcuni adesivi con il logo di Casapound sul portone del Dordoni.

Nel corso del processo di primo grado, a sorpresa, una testimone aveva dichiarato che a colpire Emilio a sprangate era stata una persona appartenente allo stesso centro sociale e non un esponente di Casapound, mentre il 12 febbraio del 2019, durante l’esame degli imputati, Gianluca Rossi, del Dordoni, l’unico a sostenere di aver visto la scena del ferimento, aveva puntato il dito contro Guido Vito Taietti, appartenente a Casapound. Era stato lui, con il manico di piccone imbracciato da Emilio, a sferrargli il primo colpo sulla fronte. Visigalli si era poi accasciato a terra ed era stato preso a calci da “quattro o cinque persone”, aveva riferito Rossi, che però né lui né gli altri erano stati in grado di identificare.

Proprio in seguito a quell’aggressione, i centri sociali, per il 24 gennaio 2015, avevano organizzato il corteo antifascista durante il quale erano scoppiati i noti episodi di devastazione e danneggiamento per cui sono già state emesse delle condanne.

Gli imputati e le pene in Appello

Per il Dordoni:
Emilio Visigalli 3 anni per rissa
Jonathan Carnesella un anno per rissa
Andrea Romagnoli un anno per rissa
Filippo Esposti un anno e 6 mesi per rissa
Gianluca Rossi un anno e 6 mesi per rissa
Michele Arena 2 anni e 10 mesi per rissa e lesioni nei confronti di Galli
Alberto Birzi 2 anni per rissa

Per CasaPound:
Gianluca Galli 2 anni e 6 mesi per rissa
Guido Vito Taietti 6 anni e 2 mesi per rissa e lesioni gravissime nei confronti di Emilio Visigalli
Matteo Bassanetti un anno per rissa
Michael Gorini un anno per rissa
Andrea Visigalli un anno per rissa
Rubens Rubini un anno per rissa
Riccardo Scandolara un anno per rissa
Alessandro Piacentini un anno per rissa

Sara Pizzorni

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