"Mio marito morto per Covid, non
riesco a pagare il debito col fisco"
Lo scorso novembre il Covid si è portato via il marito: ricovero al pronto soccorso dell’ospedale di Crema, trasferimento alla terapia intensiva di Bergamo e dopo appena cinque giorni, la morte improvvisa. E’ così che la signora P.M., 58 anni, si è trovata sola con 4 figli, ormai grandi, una pensione di reversibilità di 600 euro al mese, e una cartella esattoriale emessa nel 2019 con ancora 6mila euro da pagare. Ci racconta la sua vicenda con tono tranquillo, senza suscitare compassione, ma con una semplice richiesta, che ha messo per iscritto indirizzandola al premier Mario Draghi: che venga estesa la rottamazione delle cartelle esattoriali anche a quelle iscritte a ruolo oltre il 2010, arrivando così a coprire il decennio successivo.
“So che non mi risponderà”, ci racconta al telefono, “ma almeno ci provo. Non voglio che siano i miei figli a dover pagare per me”. La cartella esattoriale riguarda debiti verso il fisco accumulatisi negli anni precedenti il 2010, a causa di periodi in cui il marito, lavoratore autonomo con partita Iva, aveva lavorato solo saltuariamente. Dal 2019 dopo aver ottenuto la rateizzazione dell’importo, aveva cominciato a saldare il debito, ma la morte improvvisa ha privato la famiglia dell’unica fonte di reddito. Ora P.M. cercherà nuovamente di lavorare come badante, come ha fatto in passato.
“Ho chiesto all’Agenzia delle entrate almeno la cancellazione della mora e me l’hanno concessa”, racconta la donna. “799 euro in meno, ma ne restano comunque da pagare 5.300”. La sua vicenda è giunta anche all’attenzione del vescovo Napolioni: “Gli avevo scritto dopo la morte di mio marito e mi aveva assicurato che mi avrebbe contattato. Lo ha fatto davvero, quando è venuto in paese per le cresime, una persona umanamente straordinaria”.
Un foglio scritto a mano, a stampatello, con una richiesta che “molto probabilmente, se arriverà a destinazione sarà cestinata”. Una storia come tante, triste ma piena di dignità e che porta allo scoperto, se ce ne fosse ancora bisogno, gli strascichi di questa lunga pandemia.
Giuliana Biagi