Cronaca

Sport Management chiede proroga
di tre anni, il Comune dice no

Il giudice delle procedure liquidatorie del Tribunale di Verona si è riservato di decidere in merito alla richiesta di concordato preventivo: dall'esito dipenderà il futuro del contratto di project financing stipulato nel 2017 e di conseguenza la possibilità di riqualificare gli impianti natatori.

Si è riservato di decidere il giudice del Tribunale di Verona nell’udienza fissata per oggi 7 maggio in merito alla richiesta di concordato preventivo presentata ad ottobre da Sport Management. La Giunta comunale l’altro ieri ha respinto la richiesta di proroga di altri tre anni (rispetto alla naturale scadenza nel 2042) del project financing in corso, richiesta fatta dalla società veronese che lo scorso ottobre ha presentato al tribunale di Verona la richiesta di concordato preventivo. Oggi 7 maggio era prevista l’udienza e proprio in vista dell’accoglimento da parte del tribunale del piano di rientro, la società veronese aveva inviato alla fine di aprile al Comune di Cremona una proposta che prevedeva la proroga del contratto, elemento che avrebbe facilitato l’affitto di ramo d’azienda a una primaria società spagnola (con successiva opzione di cessione) e la conseguente ricapitalizzazione.

La proposta era stata presentata oltre che per iscritto – attraverso una pec arrivata in Comune il 27 aprile – anche mediante un contatto diretto, in videocall, tra i privati e il Comune, specificamente l’ufficio legale e lo staff dell’assessorato allo Sport. Gli elementi forniti da SM e dal partner spagnolo non erano stati ritenuti sufficienti per dare garanzie all’ente. In primis non c’era stato il tempo materiale per verificare la solidità finanziaria del subentrante. Inoltre la procedura giudiziaria in corso è finalizzata a un “concordato preventivo con continuità aziendale” in base al quale la società è tenuta a proseguire la gestione ordinaria: ma come noto il contratto di project in corso prevede un piano di investimenti sulle strutture comunali di diversi milioni di euro. Lavori che non sono mai stati avviati.

La situazione del Comune di Cremona insomma è ben diversa da quella della maggioranza degli altri enti con cui SM ha rapporti e che all’interno della procedura di concordato preventivo si sono potuti costituire come creditori.

A raffreddare i rapporti tra SM e Comune, ci sono anche le richieste di contributi aggiuntivi avanzate dallo scorso ottobre dalla società all’ente locale. Motivazione: il riequilibrio economico finanziario  determinato dalla crisi del Covid che ha drasticamente ridotto gli introiti della piscina. Contributi extra che ad oggi il Comune ha sempre negato, forte del fatto che eroga già un consistente contributo annuale fissato per contratto e durante la scorsa annata ha contribuito, con un lavoro di mediazione tra SM, società natatorie cremonesi e Fin, a rendere possibile la riapertura dell’impianto per gli atleti. A quanto pare solo 3 su 26 strutture gestite in Italia da Sport Management hanno potuto operare pure perdurando l’emergenza sanitaria.

Ora dunque si attende l’esito dell’udienza veronese per capire quale sarà il destino degli impianti di piazzale Azzurri d’Italia, per i quali il Comune prevedeva una complessiva riqualificazione, che finora non si è vista. gb

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