Cronaca

Piante tagliate a S.Felice: malate
gravi, mancata la controperizia

Un pioppo nero e due farnie. Le tre piante abbattute in via Corte dei Monaci a metà marzo tornano alla ribalta, dopo le proteste degli ambientalisti e le spiegazioni del Comune che ha giustificato la mancata istruttoria con uno spostamento di competenze tra uffici, i particolare quello che avrebbe dovuto valutare la relazione dell’agronomo di parte. Relazione giunta in Comune il 4 gennaio e a cui non c’è stata risposta, tanto che il 21 marzo le tre piante ad alto fusto sono state abbattute. Un gigante di 33 metri di altezza per 190 cm di diametro, il pioppo; 16 metri per circa 50 cm di diametro le altre due.

Tutte collocate in classe D come “classe di propensione al cedimento”, la più grave: “gli alberi appartenenti a questa classe – è la definizione  –  manifestano  segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.

Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai quasi esaurito.

Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’Arboricolutra. Le piante appartenenti a questa classe devono quindi essere abbattute”.

“Abbiamo letto la perizia fitostatica delle 3 piante abbattute nel quartiere San Felice”, commentano oggi gli attivisti di Legambiente. Spiace che non si abbia avuto la possibilità di valutare soluzioni alternative. Ci auguriamo che, a seguito di questo grave errore, il Comune segua con maggiore attenzione l’iter di eventuali abbattimenti in città, e proceda celermente ad una ripiantumazione con altre essenze, per compensare il danno ambientale causato”.

Tra i problemi rilevati sul pioppo: “avvizzimento delle branche codominanti e necrosi dei monconi con proliferazione di carpofagi xilofori”; “criticità al colletto, marciume basale”, “legno decolorato tendente al giallo – marrone con elevato processo di degradazione dei tessuti legnosi”, “fori da insetti xilofori degradatori dei tessuti legnosi e rilevante indebolimento della sezione basale” e in genere vari punti in cui la corteccia si sta staccando.

Per quanto riguarda le farnie, tra gli altri problemi, veniva rilevato un disseccamento diffuso della chioma e branche compromesse per presenza di di ferite marcescente carie.

Insomma, una perizia che in 19 pagine non lasciava scampo alle tre piante ma che per i residenti di San Felice e dagli ambientalisti dovrebbe essere compensata da ripiantumazioni adeguate. gb

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