Lettere

Cremona torna a illuminarsi
grazie a bar e ristoranti

da Alessandro Lupi - presidente Fipe Confcommercio Cremona

Oggi abbiamo potuto incontrare, ai tavolini, i nostri clienti. Un piccolo gesto quotidiano che, da sempre, accompagna tutta la nostra vita di imprenditori. E’, per ciascuno di noi, un po’ come il primo giorno di scuola. Ci siamo preparati, nel fine settimana, con il clima da “sabato del villaggio”, dove la attesa di unisce alla speranza. E questa mattina ci siamo fatti trovare pronti all’appuntamento. Almeno chi, e purtroppo non sono tutti, ha un plateatico più o meno adeguato.

Sappiamo già che la ripartenza sarà una corsa ad ostacoli, tra norme intricate (per non dire illogiche) e un meteo che ci ha accolto con un cielo di cemento e poi la pioggia (incurante del fatto che noi possiamo servire solo all’aperto). L’astinenza, dopo questo anno si è fatta pesante. L’Italia riapre e torna a respirare, anche grazie alle nostre imprese.

Ci sono le preoccupazioni ma c’è anche la gioia di ritrovare una sorta di normalità. E lo stesso sentimento è condiviso anche da chi frequenta i nostri locali. Siamo consapevoli che sarà una normalità diversa da quella precedente l’insorgere della pandemia. E, probabilmente, cambierà anche la fisionomia dei nostri locali. Ma non ne stravolgerà l’identità, di luogo di socialità e incontro. Ristoranti e bar offrono (e continueranno a dare) un contributo irrinunciabile nell’animare il tessuto urbano, nel concorrere a definire uno stile tutto nostro, quell’italian way of life che è imitato e invidiato nel mondo e che contribuisce al successo turistico delle città e del Paese.

Da oggi anche Cremona torna ad illuminarsi grazie alle aperture della nostra categoria. Occorre continuare il confronto, con tutti i livelli Istituzionali, perché la ripartenza possa interessare tutte le imprese, non lasciando nessuno indietro. Occorre creare le condizioni perché non si arrivi più a (inutili) chiusure, perché queste imprese possano essere aiutate proprio perché danno servizi, garantiscono lavoro e occupazione. E per questo sono un patrimonio comune. Proprio come ci ha confermato questa giornata.

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