Cronaca

Parking Marconi: dieci anni dopo
irrisolta la trattativa con Saba

E’ stato inaugurato esattamente 10 anni fa, ma la sua vicenda, o meglio quella della sua redditività, non è affatto conclusa. Parliamo del parcheggio interrato di piazza Marconi, battezzato esattamente il 18 aprile del 2011 durante l’amministrazione del sindaco Perri.

“Il parcheggio di piazza Marconi rappresenta un’opera importante per Cremona: con la sua realizzazione la città recupera uno spazio urbano di grande interesse e guadagna un servizio fondamentale per il pubblico, cittadino e turista, che potrà accedere facilmente alle zone centrali rivitalizzandone la funzione di centro commerciale naturale”, si leggeva nel comunicato stampa del Comune.

A portarlo a compimento, risolvendo l’impasse degli scavi archeologici e dell’impossibilità di scendere oltre il secondo piano interrato, fu l’impresa Beltrami, ma determinante fu il contributo economico della fondazione Arvedi Buschini. Un’opera in project financing del costo di 13,7 milioni di Euro che sarebbe rimasta, secondo la convenzione iniziale, di  proprietà di Saba Italia per 36 anni, quando sarebbe entrata a far parte del patrimonio immobiliare del Comune.

248 i posti auto di cui 182 destinati alla sosta a rotazione e 66 alla vendita.

La vicenda del parking risale a molti anni prima, al 2002, quando il Comune siglò con Saba la convenzione per la “progettazione, realizzazione e gestione di un parcheggio in piazza Marconi”. Sempre il 18 aprile di quell’anno SABA, sotto la direzione della Soprintendenza archeologica, avvia la campagna di indagini e scavi archeologici che si concludono con la rimozione del muro romano nell’estate del 2008, vale a dire sei anni dopo. Nel frattempo si sono succedute due amministrazioni: quella di Gian Carlo Corada e  appunto quella di Oresta Perri, durante la quale si arriva alla definizione di alcuni problemi che erano subito emersi. A luglio 2009 nel cantiere ci sono infiltrazioni d’acqua che rendono necessarie indagini idrogeologiche per definire il problema. Ad agosto 2009 Saba trasmette al Comune una relazione tecnica conclusiva delle indagini idrogeologiche: le infiltrazioni sono riconducibili a giunti difettosi e ad una maggiore permeabilità del terreno rispetto a quanto previsto.

A ottobre 2009 una  delibera della Giunta Comunale approva gli indirizzi in ordine alla verifica della possibilità di ridefinizione dell’intervento per la realizzazione e gestione del parcheggio sotterraneo di piazza Marconi e conseguente rideterminazione delle condizioni di riequilibrio economico-finanziario della concessione stipulata con Saba.

La vicenda degli ultimi anni è nota: la necessità di rideterminare ogni due anni il valore dell’investimento, in base agli incassi del parcheggio, costringe l’amministrazione comunale ad affidare a Saba sempre più parcheggi a raso in posizioni di pregio in centro città. Due anni fa la Giunta Galimberti decide di rescindere il contratto “capestro”. Saba si oppone al Tar chiedendo l’annullamento della delibera che fissa agli indirizzi per avviare l’iter, ma il tribunale non accoglie la richiesta, mancando ancora un atto formale di rescissione. A questo fine il Comune ha dato mandato agli avvocati dello studio milanese Legance di redigere, entro il 31 luglio  di quest’anno, la comunicazione di revoca oltre che proseguire nella negoziazione e gestione delle trattative e nel coordinamento con il gestore in entrata.

Quest’ultimo soggetto è Aem, che a inizio 2019 quantificò in una cifra tra gli 8 e i 10 milioni di euro l’indennizzo  da offrire a Saba per il subentro, chiudendo così i conti. Una proposta che tuttavia non sembra sia piaciuta alla multinazionale dei parcheggi. E la partita è ancora aperta.

“Il nuovo parcheggio di piazza Marconi rappresenta un servizio integrativo indispensabile per la sostenibilità e lo sviluppo della naturale polarità commerciale e turistica della città”, recitava ancora il comunicato stampa di 10 anni fa. gb

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