Sì alle linee di indirizzo per
Piano di Governo del Territorio
Approvate dalla Giunta comunale le linee di indirizzo per il nuovo Piano di Governo del Territorio, “uno strumento aggiornato – si legge in un comunicato diffuso dal Comune – in grado di tracciare lo sviluppo del territorio sino al 2030″.
“L’ultima variante parziale al PGT risale al settembre 2018 per questo è stato deciso di dotarsi di uno strumento aggiornato che tracci lo sviluppo del territorio sino al 2030 e che sia in grado di leggere e ripensare la città contemporanea nella fase post pandemica che aprirà a nuove sfide e a nuove esigenze. Il percorso sarà caratterizzato da occasioni di confronto con portatori di interesse, associazioni e cittadini”, afferma il vicesindaco Andrea Virgilio.
“Considerato che la città da rigenerare è la ‘città della gente’ – afferma – che in essa detiene non solo valori immobiliari, ma storie di vita, radicamenti, memorie, diritti, introdurremo uno strumento di verifica in progress del nuovo PGT, in modo che l’intero processo sia trasparente, ripercorribile e realmente inclusivo. Il nuovo Piano di Governo del Territorio, combinato a un’adeguata politica sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e privato, a strumenti concreti di incentivazione della attività di impresa, ai negozi di vicinato, a una politica di sistema relativa alle nostre filiere produttive diventa un ulteriore strumento per garantire lo sviluppo del territorio e il rilancio di alcuni comparti”.
IL COMUNICATO DEL COMUNE – Nell’atto di indirizzo è previsto di avviare politiche di rigenerazione urbana e territoriale in grado di adattarsi alle differenti necessità e opportunità delle varie parti di città, del territorio e della comunità locale, favorendo la sostenibilità delle trasformazioni, riducendo il consumo di suolo, rivedendo alcune previsioni di trasformazione dei suoli liberi. A questo si uniscono misure da perseguire con azioni semplici e innovative, che aiutino e incentivino processi di rigenerazione urbana e recupero del patrimonio edilizio esistente sottoutilizzato, in particolare rispetto ai cambi d’uso, incentivando modalità di riuso, riciclo e rinnovamento della città esistente e del suo patrimonio edilizio.
E’ quindi previsto di promuovere l’incentivazione alla localizzazione di attività economiche innovative, anche attraverso processi di rigenerazione e densificazione urbana, capaci di generare attività, servizi e attrezzature indispensabili per qualificare e ricucire organicamente le trasformazioni dei tessuti esistenti, anche individuando strumenti innovativi, accompagnati dal processo di adeguamento normativo, finalizzati al recupero degli edifici abbandonati nonché dei luoghi e degli spazi del degrado.
Dovranno essere aggiornate le modalità di incentivazione rispetto ai temi dell’efficienza energetica, della realizzazione di servizi abitativi pubblici e sociali, all’aumento della sicurezza nelle costruzioni, alla riqualificazione ambientale e paesaggistica, alla mobilità sostenibile, individuando ulteriori temi legati in particolare alla resilienza ai cambiamenti climatici e alla qualità del progetto.
Dovranno essere incentivati i percorsi di bonifica finalizzati a migliorare la qualità di edifici e suoli, trovando un giusto equilibrio all’interno dei processi di trasformazione e rigenerazione urbana, alla luce delle possibilità offerte dalla legislazione vigente, quanto a incentivi volumetrici e sgravi contributivi oltre che estendere le strategie di rigenerazione urbana anche alla città pubblica, alle sue dotazioni territoriali e riprendere il tema del recupero degli ex nuclei rurali – cascine, al fine di stabilirne l’opportuna integrazione nel tessuto urbano, preservandone l’identità tipomorfologica, pur consentendo l’indifferenza funzionale.
Ambiente e cambiamenti climatici assumono una grande importanza, per questo è indicato un Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici. Dovranno quindi essere sviluppate strategie urbane e territoriali orientate alla gestione efficace dei rischi ambientali, con strumenti ed azioni atte ad implementare la capacità di adattamento al cambiamento climatico. Queste strategie devono consentire alle persone ed alle attività economiche di avere a disposizione scelte che permettano di risparmiare energia e denaro, adottando per le aree urbane soluzioni sostenibili e Nature-based, capaci di integrare al meglio dinamismi naturali e capitale artificiale, tracciando nuove traiettorie di sviluppo per rispondere ai cambiamenti ed ai rischi ambientali a lungo termine.
Un Piano del Verde supporterà la realizzazione dei progetti in un’accezione di rete di infrastrutture verdi, la quale, a partire dal verde pubblico esistente, sviluppi un sistema tra parchi, viali e giardini, aree naturaliformi, assumendo ed implementando il concetto di servizi ecosistemici, per dotare la città delle innovazioni ambientali atte a contrastare i cambiamenti climatici.
Nella riqualificazione di edifici e spazi pubblici si dovranno incrementare le aree permeabili per favorire la capacità locale di ritenuta idrica e di drenaggio delle acque in occasione di eventi meteo estremi o di allagamenti dovuti ad esondazioni e innalzamenti di falda. Inoltre dovrà essere incentivato l’ampliamento delle superfici verdi anche attraverso interventi di rinaturalizzazione, per migliorare il drenaggio urbano e il microclima locale assumendo misure di mitigazione e riduzione, anche tramite gli appositi strumenti di gestione del rischio idraulico. Altro aspetto riguarda la valorizzazione delle infrastrutture verdi e blu, nonché la rete ecologica locale, sviluppando il ruolo dei parchi urbani e territoriali e dei cluster di verde urbano, in una logica di Green Infrastructure.
Le aree connesse al PLIS del Po e del Morbasco godranno una pianificazione specifica in grado di aumentare la resilienza dell’ecosistema urbano, favorendo lo svolgimento dei processi naturali della città intesa come insieme tra habitat antropico e naturale.
Altro punto importante la salvaguardia e valorizzazione delle aree agricole, con il riconoscimento dei suoli destinati all’agricoltura, sui quali impedire processi di trasformazione non coerenti, sostenendo il ruolo dell’agricoltura come fattore di produzione e come elemento di protezione dell’ambiente. Inoltre dovrà essere ripresa la tematica della componente paesaggistica, verificando la necessità di aggiornare la classificazione.
Dovrà essere infine aggiornato il Piano Energetico Comunale, ricercando la valorizzazione energetico ambientale del territorio comunale, diventando strumento di collegamento tra le strategie di pianificazione locale e le azioni di sviluppo sostenibile con obiettivi principali: ridurre i consumi energetici; sviluppare le fonti energetiche rinnovabili; ottimizzare l’uso delle risorse energetiche; ridurre le emissioni di CO2 nell’aria.
Sarà aggiornato il Piano dei Servizi, valorizzando le dotazioni, sia alla dimensione locale sia d’area vasta, in chiave di domanda e offerta dei servizi, definendo una nuova modalità di aggiornamento della domanda di servizi in funzione della capacità di programmazione, anche attraverso sistemi di monitoraggio e interoperabilità dei dati con i vari settori dell’amministrazione, favorendo lo sviluppo di strumenti utili a stimolare la dimensione qualitativa dei progetti, sia privati sia della città pubblica. Dovrà essere approfondito il contesto di “quartiere urbano” per il miglioramento della vivibilità, partendo dalle sue peculiarità, dagli elementi di attrazione, dall’accessibilità valorizzando le “brevi distanze”.
Lo strumento dovrà facilitare l’integrazione tra programmazione urbanistica e politiche per la mobilità, in particolare le strategie declinate nell’ambito del PUMS. Aandranno verificati i programmi/piani/progetti per il rafforzamento della mobilità extraurbana con riguardo a passeggeri e merci, assumendo gli obiettivi che possono garantire migliore accessibilità e messa in rete della città e del suo territorio, approfondendo il tema della logistica secondo i contenuti del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), nonché dell’eventuale Piano Integrato della Logistica Urbana.
Dovrà essere favorito il ruolo del commercio come opportunità per incentivare l’attrattività
urbana e rivitalizzare ambiti carenti di servizi, anche sperimentando nuove forme di fruizione delle tipologie commerciali, in particolare il rapporto tra eventi – spazi pubblici e privati – pubblici esercizi – attività, oltre che ripensare gli ambiti dove consentire ovvero limitare l’insediamento di medie superfici di vendita di 1° livello (251 – 1.500 m2) e 2° livello (1.501 – 2.500 m2), nonché delle grandi superfici di vendita (oltre i 2.501 m2), sulla base delle pertinenti valutazioni a carattere viabilistico-infrastrutturale e di valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico. Infine si dovrà connotare la città anche in una visione di “Cremona città universitaria”, quindi con spazi e servizi dedicati agli utenti, in particolare agli studenti fuori sede”.
“Considerato che la città da rigenerare è la ‘città della gente’, che in essa detiene non solo valori immobiliari, ma storie di vita, radicamenti, memorie, diritti, introdurremo uno strumento di verifica in progress del nuovo PGT, in modo che l’intero processo sia trasparente, ripercorribile e realmente inclusivo. Il nuovo Piano di Governo del Territorio, combinato a un’adeguata politica sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e privato, a strumenti concreti di incentivazione della attività di impresa, ai negozi di vicinato, a una politica di sistema relativa alle nostre filiere produttive diventa un ulteriore strumento per garantire lo sviluppo del territorio e il rilancio di alcuni comparti”, dichiara la riguardo il Vice Sindaco Andrea Virgilio.