Cronaca

Venerdì Santo in Cattedrale: la
preghiera davanti alla Sacra Spina

L’azione liturgica della Passione di Cristo del Venerdì Santo si è aperta nel silenzio del profondo raccoglimento di fronte alla croce di Cristo. Nella celebrazione di commemorazione della Passione del Signore in Cattedrale l’assemblea ha seguito l’ingresso del vescovo: senza l’accompagnamento del canto la processione è giunta all’altare dove monsignor Napolioni si è prostrato, con il volto a terra, in un gesto che significa «l’umiliazione dell’uomo terreno e la mestizia dolorosa della Chiesa» di fronte al mistero della morte di Cristo.

La celebrazione è continuata poi con la liturgia della Parola in cui è proclamato il Vangelo della Passione secondo Giovanni. «Di nuovo il Passio», ha osservato nella sua omelia in vescovo, richiamando la liturgia della Domenica delle Palme e ponendo questa celebrazione nella continuità del Triduo Pasquale, dopo la Messa in Coena Domini del Giovedì, nel ritorno della ospitalità di Cristo che accoglie in sé le fragilità umane:

«Non ci ha chiesto il passaporto della santità per ammetterci a questa liturgia», ha commentato. Nel Vangelo della Passione «gli eventi drammatici che precipitano e ci rivelano ulteriormente questa ospitalità paradossale del Figlio di Dio che non solo ci invita a cena nella sala superiore ma si invita a cena a casa nostra. Questo è il motivo per cui è venuto: ha condiviso la nostra realtà di miseria, solitudine, dolore, violenza, peccato… per trasformare il veleno in pane buono. Il male in bene».

Con gli occhi rivolti alla croce e al sepolcro oggi – ha invitato a riflettere ancora monsignor Napolioni – «Cristo non passa al largo ma si butta dentro la nostra realtà e porta tutto il necessario per la cena, per il banchetto della vita. Dice: prendete, prendetemi. Dona tutto, si dona tutto, perdona tutto».

Sono «i regali di Pasqua», ricordati in un elenco di grazie che ripercorre i passaggi drammatici della Via Crucis: «Ecco dunque i doni dell’ospite rifiutato: dona la libertà ai discepoli, di seguirlo o di non seguirlo; dona la verità a chi lo accusa con menzogne, non scende compromesso ma dona la verità; dona il suo Regno ai popoli e ai populismi di ogni tempo e ai miseri imperi di questo mondo i cui regni passano, ma il regno di Cristo resta».

Dopo l’Eucaristia e la benedizione, il vescovo, accompagnato dai canonici del Capitolo della Cattedrale, si è spostato verso l’Altare delle Reliquie per un momento di preghiera silenziosa in ginocchio davanti alla Sacra Spina, esposta in questi giorni per la venerazione del popolo, nella impossibilità di seguirla nella processione per le vie della città a causa delle limitazioni poste dalle norme di contenimento dell’epidemia.

 

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