Il sottomarino rimesso a nuovo
16 anni fa il Toti partì da Cremona
Sono passati quasi 16 anni dal trasporto eccezionale del sottomarino Enrico Toti da Cremona a Milano e dalla sua sistemazione all’interno del Museo della Scienza e della Tecnologia. In questi giorni il sommergibile Enrico Toti è sottoposto a lavori di restauro che si concluderanno dopo Pasqua. Un lavoro che è stato possibile realizzare durante la chiusura al pubblico, vista la necessità di speciali getti per la pulitura e la verniciatura da montare su ponteggi creati ad hoc lungo i 46 metri dello scafo, con l’apporto di aziende del settore navale. L’esposizione all’aperto, infatti, ha provocato corrosione e perdita di vernice. E’ da un anno che il Toti non vede visitatori. In epoca pre Covid si recava ad ammirarlo qualcosa come mezzo milione di persone.
Il Toti era approdato al porto fluviale di Cremona il 6 maggio 2001 e qui era rimasto fino all’8 agosto 2005, quando era iniziato il suo viaggio fino al museo grazie ai militari del 2º Reggimento Pontieri di Piacenza che avevano fornito un indispensabile supporto al trasporto via terra, eseguito dall’impresa Fagioli. La preparazione al passaggio da acqua a terra era avvenuto al porto di Cremona grazie ai palombari/sommozzatori del Comando Subacquei ed Incursori – Le Grazie di La Spezia della Marina Militare Italiana nei mesi di giugno e luglio 2005: ciò aveva permesso di smontare alcune parti del sommergibile per ridurne l’ingombro verticale.
Il grosso del lavoro era stato però la rimozione della zavorra, operazione resa non facile dalle condizioni di visibilità quasi nulla nelle acque del porto fluviale. La zavorra era costituita da “lingotti” di piombo del peso di circa 30Kg. L’alleggerimento dello scafo aveva reso possibile il sollevamento ed il successivo trasporto su strada.
Varato nel 1967, il Toti è stato il primo sottomarino costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. E’ un SSK (Submarine-Submarine Killer), ovvero un sottomarino destinato a localizzare, intercettare ed eventualmente distruggere altri sottomarini e, in particolare, i grandi lanciamissili a propulsione nucleare, una delle armi piu’ temute del blocco sovietico. La classe Toti era composta da battelli di piccole dimensioni, adatti al Mediterraneo e caratterizzati da sistemi tecnici avanzati (siluri filoguidati con testata autocercante).
Sara Pizzorni