Lettere

Tutela della maternità e rispetto
per la vita: una preghiera
non nuoce a nessuno

da Dodici firme

Abbiamo letto con interesse la lettera scritta da alcuni consiglieri comunali PD, in merito alla tutela della maternità, ed anche noi vorremmo esprimere le nostre modeste riflessioni.

Desideriamo innanzitutto rivolgere il nostro compiacimento e ringraziamento ai promotori delle mozioni “Misure a sostegno della natalità, della maternità e della famiglia” e “Sostegno alla Vita nascente”.

Precisiamo che l’iniziativa “Preghiera per la Vita”, alla quale, compatibilmente con la varie incombenze, partecipiamo con serena convinzione, si svolge ogni mese già da oltre due anni, con regolare comunicazione alla Questura e pubblicamente comunicata sul sito web della Diocesi.
Di quale “linguaggio che umilia la dignità della donna” stiamo parlando? Danno fastidio i “Padre nostro” e le “Ave Maria”? Disturba il fatto che invece qualcuno cerchi di dissuadere dall’aborto, offrendo aiuto e assistenza alla donna, attraverso l’opera del Centro Aiuto alla Vita, affinché le sia data la possibilità di far nascere il bambino? Perché questo aiuto non potrebbe fornirlo l’Istituzione pubblica, il Comune?
E libertà e civiltà permettere alla donna un’alternativa all’aborto. E’ amore per le Donne e per la Verità.

Si parla di “carente applicazione della legge 194”. E’ vero! Ma la carenza riguarda proprio la mancata applicazione degli articoli che prevedono la possibilità di aiutare la donna a rimuovere le cause che possono favorire la decisione di “interrompere la gravidanza”. Purtroppo non si interrompe una gravidanza perché ciò che si interrompe solitamente si riprende a svolgere. Qui invece si fa terminare la vita umana. Una gravidanza ha termine solo in due modi: con la nascita o con la morte del bambino.

Si parla di “presenza di troppi obiettori”. E’ vero! Ma non sono “troppi”, sono tanti, sono la maggioranza dei ginecologi, (ci si è mai domandati il perchè?) e Dio volesse che i medici invece fossero tutti quanti obiettori, perché chi ha scelto di fare il medico l’ha scelto per aiutare e vivere, non per dare la morte.

Si parla di “scelta sofferta e drammatica”. E’ vero! Ma si può parlare di scelta sofferta e drammatica quando si afferma l’autodeterminazione del più forte sul più debole, innocente? Diamo pur atto che non si parla di “diritto”, come taluni asseriscono spavaldamente; e a ben ragione: un diritto infatti dovrebbe garantire e favorire benessere e salute, non sofferenza e dramma.

Desideriamo concludere esprimendo comunque una certa soddisfazione per aver appreso che l’obiettivo dei sottoscrittori della lettera è esattamente lo stesso perseguito da noi e cioè “ridurre a zero il numero delle interruzioni di gravidanza”.

E’ loro diritto scegliere i mezzi tecnici e politici che ritengono più idonei, anche se dobbiamo constatare che si parte male, rifiutando sostegno alla maternità ed alla natalità e continuando ad incoraggiare una cosiddetta educazione sessuale veicolante una mentalità abortiva.

Altrettanto è nostro diritto continuare con la Preghiera e la sensibilizzazione informata, pacata, civile.
Alla fine, se gli intenti sono veramente sinceri, come ci auguriamo, pur da strade diverse, potremo raggiungere il comune traguardo ed insieme gioirne.

Cordiali saluti,

Maria Pia Coelli
Mary Tomasini
Elisabetta Callini
Marco Anzoni
Monica Mosca
Marina Galli
Silvia Valdameri
Liliana Manfredini
Francesco Valdameri
Gian Mario Negrotti
Giorgio Telò
Grazia Manfredini

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