Cronaca

Cade in tabaccheria e chiede i danni all'assicurazione. Reato sbagliato, tutto da rifare

L’avvocato Tabaglio

Gli era stata contestata l’accusa di truffa, mentre invece il reato avrebbe dovuto essere quello più grave di truffa assicurativa: l’articolo 642 del codice di procedura penale invece del 640, truffa semplice.

Il processo nei confronti di Maurizio Mignani, 56 anni, di Cremona, accusato di tentata truffa, era arrivato al termine davanti al giudice monocratico che oggi avrebbe dovuto emettere sentenza in seguito alla richiesta del pm di 4 mesi di reclusione. La scorsa udienza, però, l’avvocato Michele Gnudi, del foro di Bologna, legale di parte civile per la compagnia assicurativa, aveva chiesto di riqualificare il reato in quello più grave di truffa assicurativa. Troppo tardi, per il legale della difesa, l’avvocato Massimo Tabaglio.

Ed effettivamente è stato così. Oggi, invece di emettere sentenza, il giudice, con un’ordinanza, ha trasmesso gli atti al pm affinchè riqualifichi il reato più grave di truffa assicurativa. Il processo sarà da rifare in quanto quella tipologia di reato richiede di passare prima per l’udienza preliminare.

L’avvocato Gnudi

Il pomeriggio del 2 aprile del 2014 Mignani si era presentato alla tabaccheria ‘Pepita D’oro’ di corso XX Settembre dicendo di essere scivolato durante la mattinata sul gradino dell’esercizio commerciale e di essere caduto. Aveva chiesto gli estremi dell’assicurazione per ottenere i danni, ma poi, grazie alla visione delle telecamere di videosorveglianza, era emerso che l’imputato in tabaccheria non c’era mai entrato.

La compagnia di assicurazioni Zurigo aveva inviato un ispettore che aveva visionato i video. Nessuna caduta. Nessuno aveva visto nulla. Il 56enne era stato ripreso dalle telecamere solo nel pomeriggio, quando si era presentato in tabaccheria per denunciare la caduta fantasma della mattina.

Tra l’assicurazione e Mignani era stato raggiunto un accordo di transazione affinchè la compagnia ritirasse la querela contro di lui, ma l’uomo ha pagato solo una rata e quindi il procedimento penale è andato avanti. Ora si dovrà istruire un nuovo processo.

Sara Pizzorni

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