Studentessa romena violentata e minacciata. La giovane era in città per frequentare il liceo
Era arrivata in Italia dalla Romania per passare le vacanze e per trascorrere un pò di tempo con sua nonna che viveva in provincia di Cremona. Ma l’idea era anche quella di restare: Maria (nome di fantasia), 16 anni, voleva infatti approfittare della sua permanenza in Italia per proseguire gli studi. A Cremona voleva sostenere un esame per poter accedere al liceo.
Ed è stato proprio in questo periodo, a partire dal giugno del 2016, che avrebbe trovato ‘l’orco’ dentro casa. A processo per violenza sessuale c’è Lucian, il figlio 30enne dell’amica della nonna di Maria che l’aveva ospitata in città per evitare di farla andare avanti e indietro dalla provincia. L’uomo avrebbe costretto la minore a subire rapporti sessuali completi sotto la minaccia di un coltello, intimandole di non dir nulla alla sua famiglia.
La nonna di Maria conosceva bene l’amica. Aveva dapprima lavorato con lei e poi i rapporti si erano consolidati, anche con varie visite e pranzi domenicali. Quando la nonna era stata costretta a tornare in Romania per via di adempimenti burocratici relativi ai documenti, aveva affidato la nipote all’amica, che viveva a Cremona con il figlio. Lì Maria avrebbe potuto continuare a studiare per prepararsi all’esame.
Tutto bene fino a quando la ragazza non aveva più risposto al telefono o trovava strane scuse. Poi quel messaggio sconcertante: ‘Nonna, non chiamarmi perchè sono minacciata. Ammazzano me e anche voi’, riferito alla nonna e alla mamma della ragazza, in quel periodo entrambe in Romania.
A quel punto la mamma aveva fatto rientro in Italia e alla fine, Maria, spaventata e in lacrime, le aveva spiegato cosa stava vivendo. La ragazza, portata poi in ospedale, dove era stata ricoverata una settimana, e poi dallo psicologo, aveva raccontato di essere stata costretta a subire più volte rapporti sessuali completi da parte dell’imputato, prima nella casa dove lui viveva con sua mamma, e poi in un’altra abitazione dove stava da solo.
A detta della minore, l’uomo, che avrebbe più volte abusato di sostanze alcoliche, l’avrebbe anche minacciata con un coltello, intimandole di non dir nulla, altrimenti avrebbe ammazzato sia lei che i suoi famigliari.
La giovane, poi ammessa all’esame del liceo, è rimasta a studiare a Cremona fino ai 18 anni, poi è rientrata in Romania. A processo si è costituita parte civile. Oggi in udienza il giudice ha dato incarico all’interprete di tradurre dal romeno all’italiano i messaggi estrapolati dal cellulare della ragazza. Il prossimo 18 maggio verrà a riferire in aula, mentre per il primo giugno è prevista la sentenza.
Sara Pizzorni