Cronaca

Case di appuntamento con triage sanitario a Cremona e Crema: coppia in manette

Gestivano due case di appuntamento, a Cremona e a Crema. Sono finiti così nei guai un 73enne originario di Mede (PV), ma da anni residente a Fiorenzuola d’Arda (PC) e la sua convivente, una 52enne di nazionalità cinese.

Gli arresti sono stati fatti dai Carabinieri della Compagnia di Cremona, agli ordini del maggiore Rocco Papaleo, e del nucleo operativo radiomobile, diretti dal sottotenente Camillo Calì.

I due, per attirare la clientela anche in pieno lockdown, avevano organizzato i due appartamenti, apparentemente centri massaggi, con un vero e proprio triage sanitario.

La procedura di accesso alle dimore era infatti la stessa che si utilizza per entrare in una struttura sanitaria: la tenutaria valutava lo stato di salute del cliente e ritirava i soldi, quindi lo faceva accedere a una sorta di disimpegno, per la misurazione della temperatura e la disinfezione delle calzature.

Veniva poi munito di mascherina usa e getta e introdotto nell’area “massaggi”, per ricevere la prestazione sessuale pattuita.

Le indagini sono partite nel mese di gennaio in seguito alle segnalazioni pervenute da parte di alcuni cittadini, preoccupati per un sospetto e massiccio via a vai presso le abitazioni. I clienti, tutti uomini adulti, anticipavano il loro ingresso con una telefonata.

L’andirivieni, secondo i testimoni, era rimasto costante anche nel periodo di massimo lockdown, durante le festività natalizie.

Secondo quanto ricostruito dai militari, nascondendosi dietro un’attività di centro massaggi, i due gestivano delle vere e proprie case la prostituzione.

A rafforzare le prove accumulate dai Carabinieri, anche le testimonianze di alcuni professionisti che frequentavano uffici presenti nei condomini in questione, che avevano ricevuto delle avances molto esplicite da alcune ragazze cinesi, che verosimilmente vivevano all’interno dell’appartamento.

D’alto canto l’attività illecita era ampiamente pubblicizzata su internet e su riviste specializzate.

A Cremona, l’appartamento si trovava all’interno di un condominio residenziale in via Bergamo. Le ragazze venivano reclutate tramite annunci di lavoro per massaggiatrici, quindi fatte alloggiare in quella location, ma anche minacciate, nel caso in cui non avessero accettato di prostituirsi, di rimanere senza lavoro e segregate in casa.

I tenutari, secondo le accuse formulate dagli inquirenti, le costringevano a consegnare i proventi ottenuti (tra i 30 e i 50 euro per prestazione).

Sono ancora in corso accertamenti al fine di stabilire il numero esatto delle giovani sfruttate, tutte provenire dalle comunità cinesi di Milano e Pavia, in quanto ciclicamente venivano sostituite.

Fuori dalla porta d’ingresso della casa d’appuntamento, era stata istallata una telecamera di videosorveglianza, mediante la quale i due gestori dell’illecita attività, monitoravano la presenza sul pianerottolo dei clienti al loro arrivo, sia di eventuali soggetti estranei, probabilmente per eludere eventuali controlli di polizia.

Decine i clienti provenienti dalle province, di Cremona, Piacenza, Parma, Lodi, Mantova e Brescia che, per mascherare l’attività, venivano ricevuti in orari diurni, affinché si mischiassero con coloro che frequentavano gli uffici presenti nei condomini.

Anche sulla clientela i Carabinieri stanno svolgendo i dovuti accertamenti, anche per le violazioni della normativa anti-Covid.

Gli arresti, portati a termine nella mattina del 5 marzo, sono seguiti a una misura cautelare della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Cremona, Elisa Mombelli, su richiesta del pm Vitina Pinto, con le accuse di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

I due tenutari sono stati rintracciati nella loro abitazione a Fiorenzuola d’Arda, risultata essere la loro base logistica: qui venivano infatti ospitate le donne reclutate per avviarle alla prostituzione.

Ma anche altri reati si aggiungono all’elenco: durante una perquisizione, fatta dai Carabinieri il 23 febbraio, il 73enne si è scagliato contro i militari, minacciandoli ripeturamente, tanto che su di lui pende anche l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Durante la perquisizione sono stati trovati una serie di oggetti piuttosto indicativi: abbigliamento succinto, preservativi, gel ed oli lubrificanti, nonché spray igienizzanti e una somma in contanti di oltre 16.000 euro in banconote di piccolo taglio. Infine l’uomo era in possesso di una pistola a pallini metallici, che veniva usata per spaventare eventuali clienti “problematici”.

Gli arrestati sono portati presso i carceri di Cremona e Verziano (Brescia). Nell’interrogatorio, la 52enne cinese, assistita dall’avvocato Ugo Carminati, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

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