Cade in tabaccheria e chiede i danni all'assicurazione. Ma non è vero. A processo per truffa
Aveva comunicato alla tabaccaia di essere scivolato la mattina del 2 aprile 2014 sul gradino dell’esercizio commerciale e di essere caduto. Aveva chiesto gli estremi dell’assicurazione per ottenere i danni, ma poi, grazie alla visione delle telecamere di videosorveglianza, era emerso che quell’uomo in tabaccheria non c’era mai entrato.
Maurizio Mignani, 56 anni, di Cremona, con alle spalle un precedente per furto, è quindi finito a processo per tentata truffa.
L’imputato, difeso dall’avvocato Massimo Tabaglio, si era recato alla tabaccheria ‘Pepita D’oro’ di corso XX Settembre solo il pomeriggio del 2 aprile per comunicare di essere caduto la mattina, ma le telecamere lo hanno smentito. Quell’infortunio non c’era mai stato. La compagnia di assicurazioni Zurigo aveva inviato un ispettore che aveva visionato i video. Nessuna caduta. Nessuno aveva visto nulla. L’imputato era stato ripreso dalle telecamere solo nel pomeriggio, quando si era presentato in tabaccheria per denunciare la caduta fantasma della mattina.
Tra l’assicurazione e Mignani era stato raggiunto un accordo di transazione affinchè la compagnia ritirasse la querela contro di lui, ma l’uomo ha pagato solo una rata e quindi il procedimento penale è andato avanti.
A processo, l’assicurazione si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Michele Gnudi, che da Bologna, zona rossa, ha raggiunto Cremona sperando di uscire con la sentenza. Nei confronti dell’imputato, il pm ha chiesto 4 mesi per il reato di tentata truffa, ma il legale di parte civile ha chiesto al giudice di riqualificare il reato in quello più grave di truffa assicurativa. Alla richiesta si è opposto il difensore, sostenendola ormai tardiva. Per il suo cliente, l’avvocato Tabaglio ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove.
Si torna in aula per la decisione il prossimo 11 marzo.
Sara Pizzorni