Cronaca

Morì sul lavoro: 9 persone e 2 società sotto accusa. E la moglie fonda un'associazione

Paola Batignani

Il 9 agosto del 2019, nel piazzale dell’acciaieria Arvedi di Cremona, si era verificato un gravissimo infortunio sul lavoro. A perdere la vita era stato il fiorentino Alessandro Rosi, 45 anni, vittima di un incidente accaduto durante lo scarico di una trave da un mezzo speciale tramite l’utilizzo di due gru. Un altro operaio, invece, era rimasto ferito seriamente. Entrambi erano dipendenti di una ditta esterna, la Caf Autogru e Piattaforme di Firenze, che stava lavorando sul piazzale.

Gli operai erano impegnati a spostare pesanti travi di acciaio con due gru, ma improvvisamente la trave d’acciaio di 86 tonnellate si era staccata, precipitando sulla cabina di manovra del mezzo, schiacciandola. Rosi, residente a Donnini, nel comune di Reggello, era morto sul colpo, mentre il collega Lorenzo Tamarindo, 55 anni, nativo di Enna, era in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita.

Delle accuse di omicidio colposo e lesioni personali colpose sono accusati in nove tra amministratori e dipendenti, più le due società. Oggi in tribunale davanti al giudice Pierpaolo Beluzzi e al pm Ilaria Prette è stata celebrata da remoto l’udienza preliminare durante la quale è emersa l’intenzione, da parte dei legali degli imputati, di risarcire le parti offese. E’ stato quindi chiesto un rinvio per valutare l’entità del risarcimento.

Il giudice, accogliendo le richieste degli avvocati delle parti offese, ha rinviato a breve, al 17 maggio, e ha sospeso il corso della prescrizione.

Nel procedimento, le parti offese sono Paola Batignani, la moglie di Alessandro Rosi, il loro figlio Guido, di 11 anni, i genitori e la sorella della vittima. Parte offesa anche Lorenzo Tamarindo, l’operaio rimasto ferito.

Dopo questa traumatica esperienza, Paola ha fondato l’associazione ‘Agganciamoci alla vita-Alessandro Rosi’ per riportare all’attenzione di tutti la piaga sociale degli incidenti sul lavoro. L’associazione conta 30 soci fondatori e quasi 300 soci attuali.

Oggi Paola avrebbe voluto organizzare una mobilitazione generale davanti al tribunale di Cremona, ma la pandemia e le difficoltà di spostarsi dalla Toscana proprio a causa delle restrizioni non lo hanno reso possibile.

L’associazione è scesa in piazza a Donnini-Reggello sabato 27 febbraio con una installazione speciale che ha ricordato il tema della sicurezza sul lavoro. Oggi, invece, durante l’udienza preliminare, l’associazione ha pubblicato sui social i filmati della manifestazione.

“Vogliamo giustizia”, ha detto Paola, “lotterò per restituire a mio marito il rispetto che meritava come lavoratore. In Italia si continua a morire di lavoro ed è inaccettabile”.

Paola Batignani è stata nominata di recente vicepresidente della Fondazione Anmil “Sosteniamoli subito”. Un ente costituito nel 2005 dal Comitato esecutivo dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro che si occupa di portare un ristoro economico e morale alle vittime degli incidenti sul lavoro ed ai loro familiari.

“Non si tratta solo di denaro”, ha sottolineato Paola”. “Spesso chi sopravvive agli incidenti, ma anche i familiari più stretti, ha necessità di un supporto psicologico per reggere all’impatto emotivo devastante che segue questi eventi e che io stessa ho sperimentato”.

Sara Pizzorni 

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