Cronaca

Contro gli antiabortisti manifestazione l'8 marzo e lettera a sindaco e Asst

Il tema dell’aborto, si sa, accende le discussioni: così la manifestazione “Preghiera per la vita” promossa a Cremona dall’associazione, ‘Ora et labora in difesa della vita’, che si tiene davanti all’ospedale ogni terzo mercoledì del mese, ha suscitato un coro di reazioni.

Quello che per i promotori è “un momento di testimonianza e sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione sul dramma dell’aborto pregando per le mamme tentate dall’aborto, i medici, i politici e i mass media affinché l’Amore materno di Maria e l’illuminazione dello Spirito Santo donino a tutti il necessario discernimento sulla terribile e abominevole pratica dell’aborto”, per altri rappresenta una provocazione.

A salire sulle barricate, alcune associazioni cremonesi, come il comitato Possibile – La Fiumana e Rete Donne Cremona. Il primo ha inviato una lettera all’Asst di Cremona e al sindaco Gianluca Galimberti, evidenziando come “non è certo in discussione la libertà di pensiero, ma la scelta deliberata di organizzare tale manifestazione il mercoledì, giorno nel quale vengono praticate le interruzioni volontarie di gravidanza” spiegano dal Comitato.

“Ciò espone le donne in procinto di accedere ad una pratica medica regolata dalla legge italiana a pressioni e colpevolizzazioni lesive della loro privacy e dignità”.

“Auspichiamo che, ognuno per le proprie competenze, si attivi affinché la dignità delle donne venga garantita anche in occasione della scelta di accedere all’IVG, qualsiasi sia la motivazione per cui questo avviene” si legge nella missiva.

“Chiediamo una maggiore attenzione alla concessione degli spazi per le manifestazioni, alla garanzia di una organizzazione di procedure e spazi nella struttura ospedaliera che non aggiungano sofferenza alla sofferenza, al contrasto alla diffusione di informazioni non corrette”.

Le donne di ReteDonne Se Non Ora Quando? Cremona intervengono invece sulla vicenda dicendosi “profondamente colpite dalla violenza delle parole e del gesto con cui l’Associazione Ora et Labora ha inteso manifestare la propria contrarietà all’interruzione volontaria della gravidanza”.

Secondo l’associazione, “ogni opinione, anche quella contro una legge dello Stato, è lecita, ma non dovrebbe essere a nostro avviso lecito ferire gravemente la dignità e la sensibilità di donne e operatori sanitari manifestando davanti all’Ospedale proprio nel giorno in cui in quell’Ospedale con correttezza si applica la legge 194 e alcune donne altrettanto correttamente ne usufruiscono”.

Per questo motivo, il gruppo ha deciso “di dedicare l’8 marzo alla difesa dei diritti, della dignità, della sensibilità delle donne e degli operatori sanitari che nella piena legalità applicano la legge 194, anche e soprattutto nella sua parte tesa a sostenere la donna nel suo percorso e nelle sue scelte, qualunque esse siano”.

E’ quindi prevista una manifestazione “davanti all’Ospedale, nel pieno rispetto delle misure antiCovid, per manifestare il nostro sostegno a una legge dello Stato che difende la vita delle donne, anche in memoria delle tante donne morte prima dell’entrata in vigore della legge stessa”.

 

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