Rapporto sulle organizzazioni di Volontariato: ‘Un’eccellenza e patrimonio di tutto il Paese’
La Provincia di Cremona ha pubblicato il rapporto sulle Organizzazioni di Volontariato e sulle Associazioni di promozione sociale iscritte ai registri provinciali presenti in provincia di Cremona al 31 dicembre 2019.
“Grazie al lavoro svolto dal nostro Ufficio Politiche Sociali – ha precisato il presidente della Pprovincia di Cremona Paolo Mirko Signoroni -, che gestisce su delega regionale i registri , e l’Ufficio di Statistica abbiamo realizzato questo rapporto sulle Organizzazioni di Volontariato (OdV) del territorio e sulle Associazioni di Promozione Sociale (APS), che ci fornisce l’esatta fotografia di questo dinamico settore, patrimonio di tutto il Paese”.
“Una realtà – ha aggiunto Signoroni – che soprattutto da noi è viva e molto articolata, un modello di riferimento: come dimostrano i dati contenuti nella pubblicazione ‘Benessere Equo e Sostenibile in provincia di Cremona – edizione 2020’ le istituzioni non profit del territorio cremonese, rispetto alla popolazione residente, peraltro, sono più numerose che in Italia e in Lombardia”.
Infatti, nella nostra provincia, se ne trovano in media 70 ogni 10.000 abitanti, contro le 58 dell’Italia e le 56 della Lombardia. Ciò a riprova di quanto nel nostro territorio provinciale sia profondamente radicata la cultura dell’impegno per la comunità, del volontariato e dell’associazionismo.
Dai dati forniti da Regione Lombardia ed estratti dal Registro Generale regionale del Volontariato, risulta che le realtà del Terzo Settore iscritte ai Registri provinciali del volontariato e dell’associazionismo, gestiti dalle province su delega regionale, presenti in provincia di Cremona al 31/12/2019 erano complessivamente 515, ripartite nel seguente modo tra le diverse tipologie organizzative: 376 (il 73%) organizzazioni di volontariato (OdV), 125 (il 24%) associazioni di promozione sociale (APS), 14 (il 3%) associazioni senza scopo di lucro. Rispetto alla popolazione residente alla stessa data (358.347 abitanti), sul territorio provinciale erano presenti in media 14 associazioni ogni 10.000 abitanti.
Rispetto poi ai segmenti ed aree di interventi, le organizzazioni di volontariato cremonesi sono impegnate soprattutto in interventi in campo sociale e socio-assistenziale (60%), seguiti da interventi in campo civile e culturale. Le associazioni di promozione sociale sono invece impegnate soprattutto in interventi di tipo culturale (48%), seguiti da interventi in campo sociale, sportivo e ambientale e le associazioni senza scopo di lucro svolgono per il 69% interventi di tipo culturale, a cui seguono interventi di tipo sociale e ambientale.
Al 31/12/2019 le 515 realtà del Terzo Settore erano distribuite in 92 comuni, ovvero nell’80% dei comuni cremonesi. Il maggior numero di associazioni si trovava a Cremona (150, il 29%) e a seguire a Crema (69, il 13%) e a Casalmaggiore (23, il 4%) – (E’ doveroso precisare che nell’elenco fornito dalla Regione i comuni riportati sono ancora 115 e non 113 come dall’1/1/2019 (a seguito di avvenute fusioni tra gli stessi). Pertanto i comuni riportano le vecchie diciture ed i calcoli percentuali effettuati si riferiscono ad un totale di 115 comuni – ndR.)
Dettagliando la presenza delle realtà del Terzo Settore iscritte nei tre principali comuni si ha che : nel comune di Cremona erano presenti 150 associazioni di cui: 96 organizzazioni di volontariato (il 64%), 48 associazioni di promozione sociale (32%), 6 associazioni senza scopo di lucro (4%)Nel comune di Crema erano presenti 69 associazioni di cui: 50 associazioni di volontariato (il 72%), 17 associazioni di promozione sociale (25%), 2 associazioni senza scopo di lucro (3%). Nel comune di Casalmaggiore erano presenti 23 associazioni di cui: 15 associazioni di volontariato (il 65%), 7 associazioni di promozione sociale (31%), 1 associazione senza scopo di lucro (4%).
La situazione derivante dalla pandemia ha visto un grande impegno di volontariato da parte di alcune OdV e APS del nostro territorio; come peraltro evidenziato sul piano nazionale, si tratta di un settore profondamente prostrato dall’emergenza sanitaria e bisognoso di supporti economici diretti e agevolazioni che possano garantirne l’esistenza, la riapertura delle sedi, quale necessario elemento di impegno comunitario, gratuito e volontario.