Lettere

'Lezioni fino al 30 giugno...
Ma le ore a casa dei
docenti non si contano?'

da Monica Ferrari

La categoria degli insegnanti della scuola SECONDARIA italiana lamentano ogni anno carichi eccessivi oltre l’orario di servizio.
Per un trattamento a tempo pieno detto “cattedra” prestano servizio 18 ore settimanali, alle quali vanno aggiunte sicuramente altre ore per circa 40 ANNUE per attività diverse oltre ad alcune ore domiciliari.
Se sommiamo le assenze completamente retribuite per l’astensione attività didattica del periodo natalizio, ponte commemorazione dei defunti, i ponti di carnevale, ponti santo Patrono, periodo astensione attività didattica di Pasqua, eventuali chiusure ponte del 2 giugno oltre che la chiusura delle attività di insegnamento verso il 10 giugno, e tutto il periodo estivo (eccetto 32 giorni di sacrosante ferie!) gli insegnanti italiano lavorano circa 9 mesi mesi effettivi e sono pagati per 13 mensilità.
Ma le ore a casa non si contano????…lamentano i docenti…
Beh, provate a pensare un ingegnere (quindi lavoratore con lo stesso titolo di studio di un insegnante laureato) che dopo 15 anni di servizio in una azienda privata assunto a tempo pieno (40 ore settimanali) ha mediamente uno stipendio di 1400-1600 mensili e vi assicuro che il lavoro a casa ha lo stesso carico orario di quello prestato in azienda: ferie per 32 sacrosanti giorni e STOP
Ho recentemente ascoltato un’intervista radiofonica ad un’insegnate indignatissima circa la proposta di insegnamento fino al 30 giugno.
Piccata chiede durante l’intervista …”perché mai dovrei insegnare fino al 30 giugno che abbiamo fatto DAD tutto l’anno ????
Risposta dell’intervistatore decisamente divertito..” beh, è semplice…PERCHE’ SIETE PAGATI! e che io sappia non esiste alcun’altra categoria lavorativa che ha questi benefici”…
Senza contare che il Pubblico impiego, in tutti i settori che riveste, non ha rinunciato ad UN SOLO EURO sullo stipendio in questo difficile momento di pandemia, mediate gente, meditate….

© Riproduzione riservata