Cronaca

Università di Brescia: Smog ed elevato tenore di vita aumentano rischio contagio

Un nuovo studio realizzato da un gruppo di ricerca interdisciplinare dell’Università di Brescia e pubblicato a fine gennaio sulla rivista Enviromental Research conferma la correlazione tra smog e maggiore letalità dell’infezione da Covid19. Lo studio si chiama “COVID-19 incidence and mortality in Lombardy, Italy: An ecological study on the role of air pollution, meteorological factors, demographic and socioeconomic variables”.

La ricerca ha preso in esame le variabili demografiche, socioeconomiche e le concentrazioni di inquinanti atmosferici (Pm10, Pm2,5 e NO2) rispetto all’incidenza di Covid-19 dal 20 febbraio al 16 aprile 2020 e l’eccesso di mortalità dall’1 marzo al 30 aprile fra Brescia, Bergamo, Lodi, Cremona.

1439 sono stati i comuni presi in esame, per un totale di 61.377 casi di Covid e 40.400 decessi per tutte le cause: “Un aumento della temperatura media invernale è associata con una diminuzione non lineare dell’incidenza del Covid e della mortalità, mentre un  andamento opposto è emerso per quanto riguarda l’umidità. Un aumento di 10 μg al metro cubo delle concentrazioni di Pm2,5 e Pm10, è associato ad un aumento del 58% e del 34% dell’incidenza del Covid”.

Lo studio bresciano parte dai risultati già acquisiti da numerose altre pubblicazioni nazionali ed internazionali che hanno già mostrato una significativa correlazione tra mortalità e fattori soggettivi quali età avanzata, sesso maschile, comorbilità, in particolare malattie ostruttive polmonari, ipercolesterolemia e diabete. E altrettanti studi hanno evidenziato un eccesso di mortalità nella  pianura padana nel 2020 rispetto alla media dei 5 anni precedenti.

Anche l’elevato tenore di vita nelle zone più colpite dal Covid, può avere influito, secondo i ricercatori bresciani, su una maggiore incidenza della malattia: avere buone capacità di spesa – sostiene la ricerca –  incentiva le occasioni di aggregazione e la frequentazione di locali, oltre alla pratica di sport. Più bar e ristoranti, oltre che più palestre e attività sportive e ricreative, implicano non solo maggiori occasioni di aggregazione, ma determinano anche un grande numero di persone che a rotazione vi lavorano e tutto questo favorisce la diffusione del virus.

Giuliana Biagi

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