Primario arrestato, altre famiglie di deceduti Covid chiedono approfondimenti
Si terrà domani davanti al gip di Brescia Angela Corvi l’interrogatorio di garanzia di Carlo Mosca, 47 anni, cremonese, primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, arrestato lunedì per duplice omicidio volontario pluriaggravato e falso in atto pubblico.
Per l’accusa, avrebbe “intenzionalmente inoculato in pazienti affetti da Covid-19 farmaci a effetto anestetico e bloccante neuromuscolare causando la morte di due di loro”, Natale Bassi, 61 anni, e Angelo Paletti, di 80, deceduti durante la prima ondata pandemica. L’uso dei medicinali non sarebbe stato specificato nelle cartelle cliniche delle vittime.
Attualmente agli arresti domiciliari nella sua casa di Mantova, Mosca comparirà venerdì mattina davanti al gip presso il tribunale di Brescia. L’interrogatorio dovrebbe dunque tenersi in presenza e non da remoto.
Intanto agli inquirenti bresciani, procura e carabinieri del Nas, sono arrivate diverse segnalazioni di parenti di pazienti deceduti a Montichiari per Covid con richieste di verifica inerenti i decessi dei propri cari.
Mosca, originario di Persico Dosimo, dopo un primo passaggio agli Spedali Civili di Brescia, ha lavorato al pronto soccorso del Carlo Poma di Mantova in qualità di Dirigente medico di I livello. Poi, nel 2017, il ritorno a Montichiari in qualità di libero professionista prima e di Dirigente medico di I livello al pronto soccorso dopo. Dal 2018, infine, è stato nominato primario del reparto. Mosca ha anche coperto il ruolo di medico competente per la formazione/informazione degli incaricati di primo soccorso dal 2005 al 2016 per le aziende di categoria A,B,C di Brescia e Provincia.
Dal 2006 al 2013 è stato medico responsabile di Esami strumentali (audiometria e spirometria) presso il centro di Medicina del Lavoro di Poncarale. Nel biennio tra il 2006 e il 2008 medico incaricato per la provincia di Brescia da Europe Assistence (per trasporti sanitari su gomme e su ala con ADAC per l’Europa), e dal 2006 ad oggi medico Areu e direttore sanitario dell’Associazione Croce Bianca di Lumezzane.
Nell’ordinanza, il giudice di Brescia definisce Mosca “un soggetto in preda a forte stress, originato anche dal dover fronteggiare nuovamente il crescente afflusso dei casi di Covid 19”. “Il replicarsi delle medesime condizioni che occasionavano i delitti contestati al Mosca”, per il giudice, “rende dunque altamente probabile che egli si risolva nuovamente a somministrare farmaci vietati ai pazienti più gravi per accelerarne il decesso, falsando a tal fine i dati contenuti nelle relative cartelle cliniche. A fronte di simili esigenze cautelari, unica misura idonea risulta, allo stato, quella della custodia domiciliare”.
Sara Pizzorni