Coop del latte unite per realizzare un grande impianto industriale di trasformazione
Nascerà entro il 2022 un grande impianto industriale per trasformare il latte che l’Italia produce in eccesso in derivati ad alto valore aggiunto come il latte in polvere, particolarmente richiesto dalla Cina, o i nutraceutici ricercati dall’industria alimentare.
Il nuovo polo produttivo, che potrebbe sorgere tra Cremona e Mantova, sarà realizzato dalle principali cooperative del settore latte del nord Italia, tra cui le cremonesi Latteria Soresina e Plac-Fattorie Cremona.
L’idea nasce con l’obiettivo di dare uno sbocco commerciale alla produzione di latte nazionale, che ha raggiunto un volume di 12,5 milioni di tonnellate alla fine del 2020, è in una fase di crescita strutturale, con un incremento negli ultimi sei anni del 13% in Italia e del 16% se si considerano solo le prime regioni produttive: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.
L’incremento è certamente indice di un settore dinamico e in grande crescita, grazie all’attività zootecnica che caratterizza anche il nostro territorio: tuttavia, per i produttori è fondamentale gestire questa maggiore disponibilità di latte per evitare un crollo dei prezzi all’origine. Ecco perché proprio in questi giorni è stato avviato lo studio di fattibilità per la realizzazione del progetto industriale, sostenuto finanziariamente, oltre che dalle due coop cremonesi, da AOP Latte Italia, Consorzio Latterie Virgilio, Parmareggio, Consorzio per la tutela del Grana Padano, con il coordinamento del settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative.
“L’operazione che ci avviamo a realizzare – commenta in una nota il coordinatore del settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative Agroalimentari, il cremonese Giovanni Guarneri della coop Plac – riveste un grande valore strategico che potrebbe avere importanti ricadute su tutte le aziende del settore lattiero-caseario italiano. È per questo – prosegue – che sarà nostra intenzione aprire l’iniziativa delle cooperative a tutte le organizzazioni e le imprese che operano nella filiera”.
Le cooperative coinvolte prevedono di concludere lo studio di fattibilità entro giugno, in modo che prima della fine dell’anno siano raccolte le adesioni ufficiali dei soggetti interessati e siano definiti l’assetto societario ed il luogo in cui sorgerà il nuovo sito produttivo. Subito dopo sarà avviata la costruzione dello stabilimento che dovrebbe entrare in funzione alla fine del 2022.
Le cooperative puntano anche ad ottenere finanziamenti all’interno del Recovery Fund e per questo il progetto dovrà avere caratteristiche particolari legate alla sostenibilità ambientale e all’innovazione tecnologica.
Guido Lombardi