Cronaca

Covid, chiude 'La Bottiglieria' Il titolare: 'Chiedevo solo di poter lavorare'

Continua inesorabile anche a Cremona la chiusura delle attività a causa del Covid. Questa volta tocca a ‘La Bottiglieria’, storico locale di via Porta Po Vecchia, punto di riferimento dei lavoratori di buona parte degli studi e degli uffici pubblici di corso Vittorio Emanuele e non solo. Da due anni, Adriano Pollastri ne è il titolare.

Partito come osteria, negli anni il locale è diventato bar trattoria per poi convertirsi in ristorante con Mario Fanzani, che lo gestiva insieme alla moglie Eugenia e al figlio Paolo. Un ristoratore molto noto, Fanzani, non solo a Cremona, ma anche nel piacentino, dove per anni era stato titolare del ristorante ‘La Pergola’ ad Olza.

Nel 2012, dopo la sua scomparsa, l’attività era stata presa in mano dal figlio Paolo, al quale poi si era succeduta un’altra gestione fino al 2018 con l’arrivo di Adriano Pollastri che ha mantenuto la tradizione della cucina locale.

“Chiudo con molto dispiacere, visto l’impegno che abbiamo sempre messo”, ha commentato il titolare. “Lavoravamo sette giorni su sette”. Al fianco di Pollastri, la moglie, chef del ristorante, e cinque dipendenti. “Non ce la facciamo più, praticamente siamo chiusi da undici mesi, se non sei aperto non guadagni e non puoi pagare i tuoi dipendenti”.

In 11 mesi, Adriano Pollastri ha ricevuto 7.560 euro di ristori. “Ma abbiamo tante spese”, ha chiarito il titolare: “c’è l’affitto, ci sono le tasse, tutte cose che non sono state ridotte, solo ieri ho pagato 1.027 euro di luce e gas. Non so di chi sia la colpa e non mi interessa, io chiedevo solo di poter lavorare”.

“Sono davvero i ristoranti il problema per la pandemia?”, si è chiesto Pollastri. “Perchè vedo code nei supermercati, tanta gente che va in giro senza mascherina. Ma in questa situazione i ristoranti sono quelli che ci hanno smenato di più. E’ giusto?”.

“L’unica cosa che chiedevo di fare”, ha insistito, amareggiato, il ristoratore, “era quella di poter lavorare. E invece non lo posso fare e di conseguenza sono costretto a chiudere. Mi dispiace molto per i miei clienti, con i quali si era creato un ottimo rapporto, e mi dispiace per i miei dipendenti, oltre che per me e per mia moglie. Purtoppo non posso fare altro”.

Domani a pranzo il locale sarà aperto per l’ultima volta per l’asporto. Da lunedì, saracinesche chiuse.

Sara Pizzorni

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