Dai taccuini di Leonardo da Vinci la prova del suo passaggio a Soncino nel 1498
Da un taccuino tascabile custodito presso la Biblioteca dell’Istituto di Francia a Parigi, emerge la prova storica del passaggio di Leonardo da Vinci a Soncino. La scoperta proviene dagli studi di Ermete Rossi, notissimo storico soncinese, alle spalle numerose pubblicazioni da ‘La bella storia’ del 1995 a ‘Rive e rivali’ del 2008.
E’ lui stesso a raccontarci i contenuti delle note di viaggio di Leonardo, appuntate con la caratteristica scrittura sinistrorsa e speculare su una paginetta del manoscritto. “Era l’estate 1498 – afferma Rossi – Leonardo era in viaggio verso l’Oglio e dopo aver passato Palazzo Pignano, Ombriano, Crema, Ticengo, fece sosta al Soncino”.
Il motivo: Leonardo era stato incaricato di ispezionare le fortificazioni del Ducato di Milano per conto di Ludovico il Moro, allarmato dall’alleanza del re di Francia Luigi XII (interessato alla successione di Milano) con Venezia. Il Duca, sentendo imminente l’attacco, aveva affidato al suo ingegnere militare la verifica della linea difensiva con Venezia.
“Con Leonardo – spiega Rossi – c’era l’amico Luca Pacioli, ospite anch’egli dei Domenicani di san Giacomo. Qui viveva anche l’amico e collega Ambrosino de’ Tormoli, autore delle vetrate colorate di cui due anche in san Giacomo, che viveva nel convento di S.Maria delle Grazie a Milano quando Leonardo lavorava al Cenacolo.
Conferma l’amicizia tra i due artisti un’altra nota che si trova sul taccuino, dove Leonardo si fa memoria di chiedere ad Ambrosino il nome del suo vetraio per avere informazioni sull’arte della vetrificazione e lavorazione del vetro”.
Ma Leonardo a Soncino aveva anche altre conoscenze: Raimondo de’ Raimondi, arciprete parroco della Pieve di S. Maria Assunta e cortigiano ambasciatore ducale. Conosceva suor Stefana Quinzani, incontrata a Mantova quando lei era andata ospite della consorella Osanna Andreasi. Senza dimenticare che alla corte ducale erano presenti parecchi trombettieri soncinesi, conosciuti solo per nome come Pietro, Garavello, Cristoforo tra gli altri, che non mancavano mai di accompagnare il duca.
Un passato ricco di storia e ancora tanto da scoprire, quello del borgo sull’Oglio, il paese della Rocca Sforzesca progettata proprio da quel Bartolomeo Gadio che alla corte milanese era stato l’architetto ducale.