E' scomparso Carlo Gardani, padre del nostro collega Giovanni
Si è spento a 72 anni all’ospedale di Casalmaggiore Carlo Sante Gardani, dopo oltre un mese di battaglia, dopo aver cercato – lui malato – di confortare le persone che aveva intorno, di dare loro coraggio. Era così Carlo Sante, faceva parte del suo carattere. Ostinato e guerrigliero, sempre pronto a spendersi in ogni campo, per gli altri. Sempre serio nell’affrontare i problemi, senza perdere il gusto della battuta e dello scherzo.
Bastava avvicinarlo, bastava sottoporgli un problema e lui se ne faceva carico – cuore gigante nonostante le traversie fisiche degli ultimi anni – e se ne faceva interprete. Davvero tantissima la gente che ha avuto bisogno di lui e non li ha mai delusi. Non ne ha mai fatto vanto con nessuno. Era uno di quelli che fanno in silenzio, e senza far rumore, felice di riaccendere sorrisi quando poteva. Sarebbero tantissimi gli episodi da raccontare. Non mancava mai quando c’era da sostenere qualche iniziativa benefica, ed un contributo non mancava mai. “Ma non dire niente, non ringraziare. Questo non è niente” ripeteva ogni volta che c’era da aiutare qualcuno. Fossero uomini o animali, non voleva si sapesse nulla.
Un guerriero. Nel mondo bancario dove aveva lavorato sino alla pensione, nel mondo dello sport, come presidente della Casalese e poi come responsabile della scuola Calcio del Parma, in quello della politica, democristiano atipico più vicino alla politica del ‘fare’ di Mazzolariana memoria che alle melmose stanze delle parole e poi più avanti nel Listone, che lui stesso aveva fondato, fermamente convinto che il civismo fosse la risposta alla crisi profonda della politica.
Un guerriero anche nella tutela ambientale: per anni responsabile attivo delle Guardie Ecologiche Volontarie, sempre pronto a denunciare illeciti e reati di tipo ambientale, sempre pronto a ripartire. Ha lottato, anche in questa sua ultima battaglia. Col suo solito coraggio e quella sua capacità di aprire le braccia e farsi interprete di tutti. Se ne è andato a sei mesi di distanza dal fratello Antonio, ex sindaco della città, con il quale aveva condiviso tanta strada. Erano l’uno – per tanti versi – il compendio dell’altro. Antonio cerebrale, meditativo, riflessivo ben oltre le normali capacità degli uomini comuni e Carlo più istintivo, più sanguigno, più portato ad agire per ciò che gli comandava il cuore.
Aveva sofferto parecchio di quella dipartita improvvisa, ma era andato avanti. Per la famiglia, per i figli, per gli amici e perché in fondo fermo non riusciva a stare. Nei giorni più terribili del virus lo si incontrava, con la telecamera, in giro per la città a documentare quel poco che accadeva sulla strada. “Mi raccomando, stai attento” ripeteva a quelli che lo incrociavano. Perché era già avanti, era già oltre e la sua preoccupazione non era quasi mai per se stesso, ma per le persone che aveva intorno.
“Sto provando a lottare, ma gli assalitori sono sempre tanti” scriveva domenica dall’ospedale rispondendo ad un messaggio a chi gli diceva di non mollare, di ricordarsi dell’essere da sempre un guerriero dall’armatura lucente e dalla grandissima forza. Ed ha lottato, sino alla fine, nonostante un quadro clinico precario, nonostante tutto. Non lo ha fatto che in minima parte per sé: lo ha fatto, e come sempre per chi gli stava intorno.
E anche in questa sua ultima battaglia non si è arreso. E’ andato avanti ed oltre, tra le ombre, con la sua bicicletta, la sua ironia, la sua anima, i suoi moti ed il suo grande e coloratissimo cuore. E’ andato avanti, tra le anime belle per chi crede. Riunendosi all’energia positiva dell’universo per chi non ha un Dio.
Poco importa adesso. Stasera Casalmaggiore è un po’ più triste e un po’ più vuota. Ha perso una parte della sua storia, dei suoi confini, del suo carattere. O forse – quella storia – l’ha fermata per sempre, a perenne memoria di come si può vivere una vita non dimenticando mai chi ci cammina a fianco.
Alla famiglia e al figlio Giovanni vanno le condoglianze di tutti i colleghi dei siti e della TV
N.C – A.S