Cronaca

La Borsa di Sant’Omobono: 60 i casi di fragilità affrontati e 60mila euro di fondi stanziati

La curia

La proposta della Borsa di Sant’Omobono è stata accolta e proposta dalla Diocesi di Cremona come una sfida che permetteva alle comunità di far proprio l’invito di Papa Francesco «nessuno si salva da solo» e un’opportunità per accompagnare e sollevare dalle fatiche di questo periodo almeno qualche persona. Si tratta di un fondo speciale per esprimere prossimità e offrire un aiuto concreto a coloro che, a causa dell’epidemia in atto, non hanno alcuna forma di sostentamento oppure sono in gravi, anche se temporanee, difficoltà economiche. Tanti i colloqui che le equipe della Caritas cremonese e i volontari delle parrocchie hanno sostenuto con le famiglie e il lavoro di ricerca di compartecipazione economica e progettuale dei diversi enti e associazioni.

Al fondo Borsa di Sant’Omobono sono arrivate 35 domande da 14 parrocchie diverse. Solo alcune riguardano però nuclei sconosciuti alla rete delle parrocchie o di Caritas diocesana e dei servizi sociali. Alcune parrocchie si sono trovate in difficoltà nell’incontrare i richiedenti (centro d’ascolto non presente o temporaneamente inattivo causa emergenza Covid): in questo caso ha supplito il centro d’ascolto della Caritas diocesana. L’avvio dell’esperienza della Borsa di Sant’Omobono ha però posto in risalto anche elementi di criticità. Le comunità faticano, e non poco, ad utilizzare queste risorse, con tutto ciò che questo significa.

Tra le belle storie segnalate dalla Diocesi, quella di una famiglia numerosa con padre in cassa integrazione e affetto da Covid per la quale Caritas diocesana e parrocchiale, con la compartecipazione di un’associazione benefica, privati cittadini e la famiglia stessa, uniti in una curiosa ed innovativa rete “d’amicizia sociale”, hanno anticipato l’estinzione di un piccolo finanziamento affinché, liberate quelle risorse economiche, oggi la famiglia possa pagare in autonomia utenze e affitto e rispondere ai propri bisogni in modo indipendente mentre rimane attivo un costante rapporto con i volontari Caritas per il monitoraggio della situazione economica ed un accompagnamento educativo all’uso delle proprie risorse.

O ancora la storia di una giovane madre sola alla quale attraverso la Borsa di Sant’Omobono è stata pagata una quota dell’assicurazione dell’auto così da poter raggiungere un nuovo luogo di lavoro e ripartire in piena autonomia da dove la sua vita si era complicata a causa del Covid e della perdita del lavoro.

Un’altra giovane mamma, che vive sola con due minori, è stata invece sostenuta nel pagamento di due rate d’affitto, dopo che un brutto incidente l’ha costretta ad una lunga malattia, con conseguente riduzione del reddito familiare.

In conclusione la Borsa di Sant’Omobono è solo uno strumento, ma presenta un quadro ecclesiale su cui rimane parecchio lavoro da compiere. Dopo i primi mesi di rodaggio, che sono comunque stati in grado di sostenere una sessantina di situazioni, con una spesa di circa 60.000 euro, saranno le parrocchie, attraverso le varie associazioni, ad essere ancora più impegnate nel difficile compito di andare incontro alle fragilità, economiche e non, di questo difficile periodo.

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