Cronaca

'Uniti', operazione rilancio: 'Stiamo lavorando per tornare ad essere credibili' - IL VIDEO

Da sinistra, Signoroni, Crotti, Bozzini e Griffini

Una vera e propria operazione di rilancio di immagine per recuperare credibilità. E’ l’obiettivo primario dell’assemblea dei soci dell’associazione “Uniti per la provincia di Cremona”, travolta dall’inchiesta sulla distrazione di fondi che vede indagate dieci persone, in concorso, per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla truffa. Per spiegare nel dettaglio l’accaduto e i progetti per il futuro, oggi è stato organizzato un incontro svoltosi al quartiere fieristico di Cà de Somenzi e al quale hanno partecipato il presidente dell’amministrazione provinciale Paolo Mirko Signoroni, da agosto presidente dell’associazione, il segretario generale Giovanni Bozzini, il consigliere Riccardo Crotti e il tesoriere Alberto Griffini.

Per il presidente Signoroni, la onlus, nata sotto la spinta di tutte le associazioni di categoria della provincia di Cremona e dalla Fondazione Arvedi Buschini in seguito alla drammatica situazione della pandemia, “il suo dovere l’ha portato avanti fin da subito, al di là delle note vicende”. “Abbiamo dovuto affrontare una situazione emergenziale mai vissuta ai nostri tempi”, ha spiegato il presidente, “abbiamo raccolto tanta generosità di aziende, associazioni e cittadini ed è giusto non sprecare nulla”. Fino ad oggi l’associazione, che ora, dopo lo scandalo della distrazione dei fondi, ha un nuovo volto e un nuovo consiglio direttivo voluto dai soci fondatori, ha all’attivo oltre 6.000 donazioni per un totale di quasi 4 milioni di euro. “L’unione ha fatto la forza e una piccola goccia ha creato un grosso mare”, ha detto Signoroni, che ha spiegato che le somme sono state destinate ai nostri ospedali e alla medicina territoriale. “E ancora oggi, nonostante tutto, arrivano delle donazioni”.

“Uniti è nata un pò di fretta”, ha spiegato a sua volta il segretario generale Bozzini, “perchè nella prima ondata c’era la necessità di ottenere il prima possibile presidi medici che all’inizio non si trovavano, e per questo l’associazione ha dovuto assumere decisioni rapide ed improvvisate, con l’impossibilità, visto il lockdown, di vedersi e poter decidere collegialmente”. La figura che era stata individuata come “strumento operativo” era proprio Renato Crotti, ex gestore di fatto dell’ente benefico, poi accusato insieme ad altri di aver prelevato soldi da utilizzare per scopi estranei alle finalità benefiche. “In lui c’era una fiducia indiscussa da parte di tutte le associazioni di categoria”, ha ammesso Bozzini. “Crotti ha assunto un ruolo da regista, e all’inizio la sua operatività è stata molto apprezzata, riuscendo per esempio a convertire 764.000 euro in dispositivi medici in pieno regime Covid. Quel che è successo dopo ha sconvolto tutti e abbiamo cercato di ricostruire tutti i movimenti effettuati sul conto corrente della onlus per tracciare ogni singolo pagamento effettuato”. L’indagine della procura parla di una presunta distrazione di di oltre 300.000 euro “per scopi estranei alle finalità benefiche”.

‘Uniti’ ha messo i conti dell’associazione nelle mani di un revisore legale indipendente, Giorgio Salvinelli, dottore commercialista bresciano e consulente del tribunale di Brescia. “Ci adopereremo in tutte le sedi affinché nessun euro donato dai cittadini e dalle aziende del territorio vada disperso e, al contempo, proseguiremo il nostro impegno quotidiano”. Lo aveva scritto lo scorso mese di novembre la stessa associazione che ha trasmesso un esposto alla procura di Cremona contenente gli esiti finali di verifiche interne e ha già dato incarico ad un legale per costituirsi parte civile.

“I fondi che andremo a recuperare”, ha detto oggi Bozzini, “sono 314.850 euro. La maggior parte sparita in seguito ad azioni malavitose: ben 209.000 euro sono stati versati ad aziende che hanno fatturato prodotti non forniti”. Nel conto ci sono anche i 100.000 euro donati alla Fondazione Benefattori Cremaschi e finiti in un esposto presentato dalla onlus in procura. La causale del bonifico: ‘Nuovo reparto’. “Ma quei 100.000 euro”, ha ricordato Bozzini, “prima erano stati richiesti per altri scopi, poi per la realizzazione di un reparto destinato ai pazienti Covid. Ma quel reparto non è stato fatto. Tutti i fondi distratti li vogliamo indietro”.

Ma cosa è stato fatto finora? Chi ha beneficiato delle donazioni?. Lo ha spiegato lo stesso segretario generale, che ha dato conto di tutte le cifre e di tutti i destinatari, in primis gli ospedali.

L’ELENCO DELLE DONAZIONI

Se la prima fase della missione di ‘Uniti’ ha riguardato in modo particolare le donazioni in favore degli ospedali, la seconda si pone come obiettivo quello di destinare i fondi rimasti, con il recupero delle somme impropriamente incassate, alla medicina territoriale, affinchè sia potenziata al massimo e possa permettere di poter curare i malati a casa.

E poi un appello da parte del segretario generale Bozzini sul rilascio delle ricevute legate alle varie donazioni: “Abbiamo rilasciato tantissime ricevute, mentre altre non ci sono state chieste. Se qualcuno ne avesse ancora bisogno, lo preghiamo di farcelo sapere”. “A Uniti”, ha concluso Bozzini, “c’è ancora qualcuno che crede. Stiamo lavorando e facendo di tutto per tornare ad essere credibili, nonchè rapidi nelle analisi e nel finanziamento dei progetti futuri”.

Intanto, sul fronte delle indagini, Attilio Mazzetti, ex gestore di locali notturni, arrestato il 18 novembre scorso, è uscito dal carcere ed attualmente è sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora a Crema. Deve rispondere di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e al riciclaggio, per aver emesso fatture per operazioni inesistenti e per aver tentato di minacciare uno degli altri indagati, un presunto fornitore, in relazione alle dichiarazioni che aveva rilasciato durante le indagini. Prima gli avrebbe offerto 25.000 euro, poi avrebbe minacciato di gambizzarlo. Nell’inchiesta ‘Uniti’, Mazzetti, indagato insieme a Crotti, a Cristiano Bozzoli, titolare di un’impresa di vendita di stufe e caldaie, e ad altre sette persone, avrebbe ricevuto fondi per opere di sanificazione mai eseguite con bonifici su conti aperti in Bulgaria. Per gli inquirenti, a disporre i pagamenti sarebbe stato lo stesso Crotti. Secondo l’accusa, ci sarebbero stati bonifici a favore di Bozzoli, operazioni ritenute “anomale” dagli investigatori, insospettiti anche da reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri, accesi in Bulgaria e Gran Bretagna, tra Bozzoli e Mazzetti.

Sara Pizzorni

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