Calcioscommesse, ultimo atto Con Beppegol si chiudono 9 anni di inchieste e processi
Domani in tribunale a Cremona si dovrebbe chiudere definitivamente il processo sul calcioscommesse: il reato si è prescritto a metà ottobre. Domani i giudici dovrebbero dichiararlo ufficialmente dopo aver approfondito il carteggio e gli effettivi tempi della prescrizione. Cinque gli imputati rimasti, tra cui Beppe Signori, vicecampione del mondo con la nazionale italiana nel 1994. Domani dovrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee. La scorsa udienza il suo legale, l’avvocato Patrizia Brandi, del foro di Bologna, aveva depositato una memoria difensiva che proviene dal fascicolo del pm e dove, per il legale, “agli atti c’è la prova incontrovertibile dell’innocenza del mio assistito”. E’ l’articolo 129 del codice penale permette, qualora risulti evidente dagli atti, di emettere una sentenza di assoluzione.
“Un’inchiesta infinita”, quella del calcio scommesse. Così l’ha sempre definita l’ex procuratore di Cremona Roberto di Martino: “E’ come cercare di svuotare il mare con un cucchiaino”. Un’indagine nata dalla partita di calcio di prima divisione Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010, durante la quale qualcuno, la cui identità non si è mai saputa, aveva messo il Minias, potente sonnifero, nell’acqua utilizzata dai giocatori grigiorossi.
Nel giugno del 2011, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, erano finite in carcere 7 persone e altre 9 ai domiciliari, tra cui l’ex giocatore della Nazionale Signori. 28 gli indagati, tra cui Cristiano Doni. Erano state disposte intercettazioni telefoniche che avevano rivelato “l’accanita propensione” del portiere Marco Paoloni, a quel tempo fuori rosa e in prestito al Benevento, sospettato di aver messo il Minias nelle borracce dei compagni, a fare scommesse sportive con particolare riguardo agli incontri di calcio e attività che venivano realizzate con l’intermediazione di Massimo Erodiani, organizzatore di scommesse, insieme a Marco Pirani, medico odontoiatra di Ancona. Erodiani e Pirani, secondo gli investigatori, erano in collegamento con i gruppi di scommettitori milanesi, bolognesi, con a capo Beppe Signori, e gruppi di stranieri, slavi e zingari. Il 26 marzo del 2019 Paoloni verrà assolto con formula piena dall’accusa di adulterazione, il famoso articolo 440 del codice penale che punisce chi corrompe o adultera acque o sostanze destinate all’alimentazione, rendendole pericolose per la salute pubblica.
Nel dicembre del 2011 altri arresti, sospetti su gare di serie A e nel mirino degli inquirenti anche quelli che erano ritenuti i vertici dell’organizzazione, a Singapore. 17 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Guido Salvini: in manette, tra gli altri, anche l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, i due grandi “pentiti” del calcio scommesse, e gli ex giocatori Luigi Sartor e Alessandro Zamperini. Centro dell’organizzazione, Singapore. Basi operative nell’Europa dell’Est. Secondo la procura di Cremona, al vertice c’era Eng Tan Seet, detto “Dan”, che attraverso una rete di collaboratori lavorava per alterare incontri nei campionati italiani e in altri paesi
A maggio del 2012 altro blitz della squadra mobile con gli arresti di altri personaggi illustri del mondo del calcio come Stefano Mauri, della Lazio, e Omar Milanetto, ex Genoa. Emessi 19 provvedimenti, 10 ai danni di calciatori ed ex giocatori di A, B e Lega Pro. Ordini di arresto anche per cinque ungheresi, sostituitisi al gruppo degli Zingari, braccio operativo in Europa. Il serbo Almir Gegic, ritenuto tra i capi del gruppo dei scommettitori degli Zingari, si era costituito dopo la latitanza nel novembre del 2012. Per l’accusa, era incaricato di pagare i calciatori italiani che vendevano le partite.
Nel dicembre del 2013 altre quattro misure cautelari eseguite per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva: in arresto tra gli altri il messinese Salvatore Spadaro, e Francesco Bazzani, di Bologna, ritenuti dagli investigatori i famosi Mister X e Mister Y e l’anello di congiunzione fra il mondo del calcio e quello delle scommesse.
Moltissimi gli imputati eccellenti dell’inchiesta: uno dei più noti, l’allenatore Antonio Conte, assolto il 16 maggio del 2016 dall’accusa di frode sportiva.
Nel febbraio del 2015, a quattro anni dall’avvio dell’inchiesta, l’allora procuratore di Martino aveva notificato l’avviso di chiusura indagini a 130 persone, e nel luglio dello stesso anno aveva chiesto il rinvio a giudizio per 104 imputati tra calciatori di serie A, B e Lega Pro, ex giocatori e dirigenti.
Esclusi i patteggiamenti e i riti alternativi, erano stati una cinquantina coloro che erano finiti a processo con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva: tra essi c’erano l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, l’ex bomber della Nazionale Giuseppe Signori, il capitano della Lazio Stefano Mauri, Roberto Goretti, direttore sportivo del Perugia, Luigi Sartor, ex difensore del Parma, Antonio Bellavista, ex capitano del Bari, Ivan Tisci, Manlio Bruni, ex commercialista di Beppe Signori, Gianfranco Parlato, ex giocatore, Antonio Santoni, ex preparatore dei portieri del Ravenna, Sergio Pellissier, attaccante del Chievo, Matteo Gritti, ex portiere del Bellinzona, Alessandro Zamperini e l’ex calciatore Stefano Bettarini. Per tutti gli altri che avevano contestata la sola frode sportiva, il giudice aveva trasmesso gli atti alle procure di competenza, accogliendo le richieste di incompetenza territoriale.
Nell’aprile del 2017 i giudici di Cremona avevano trasferito per competenza a Bologna la maggior parte del procedimento, conclusosi il 16 luglio del 2019 con la sentenza di non doversi procedere nei confronti di 26 imputati su 31. I restanti cinque, presunti promotori e capi dell’associazione, devono essere giudicati a Cremona, come a suo tempo deciso dalla Cassazione. Oltre a Signori, imputati sono l’ex calciatore serbo Almir Gegic, Antonio Bellavista, ex capitano del Bari, Valerio Giosafatte, detto Cesare, un corriere al quale Bellavista si era affidato, e Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese. Domani per loro sarà l’ultima udienza.
Sara Pizzorni