Cronaca

Ibis sacri nei campi dietro S. Sigismondo. Dall'antico Egitto alle porte di Cremona

Un gruppo di ibis sacri nei campi dietro la chiesa di San Sigismondo. Ad effettuare il particolare avvistamento è stato Daniele Bignami, che, ‘armato’ di macchina fotografica, è riuscito ad immortalare questi esemplari di uccelli che solitamente vivono nell’Africa subsahariana, in Iraq e anticamente in Egitto, paese in cui adesso sono praticamente estinti. In Egitto l’ibis era venerato come simbolo del dio Thot. Bignami, che si definisce un “fotografo dilettante”, li ha visti agli inizi del mese, durante la prima nevicata dell’anno, e anche nei giorni successivi. L’ibis sacro frequenta una grande varietà di ambienti: di preferenza, si trova in paludi, fiumi e acquitrini, ma si spinge anche fino ai margini delle città e alle coste marine. Ha una distribuzione che abbraccia tutto il continente africano a sud del Deserto del Sahara e parte del Medio Oriente. Non è però impossibile imbattersi in questi esemplari, visto che in questi anni l’ibis si è naturalizzato in diversi Paesi europei. A causa di fughe o liberazioni di individui detenuti da zoo e collezioni private, l’ibis sacro è stato introdotto anche in Italia, come il parco Agricolo Sud Milano e il parco naturale delle Lame del Sesia, nel Novarese, nel Parmense, presso Vercelli, la Garzaia di Celpenchio, in provincia di Pavia, nel parco regionale Veneto del Delta del Po e in località Volania presso Comacchio. Esemplari sono stati avvistati anche nel Cremasco. Nel febbraio del 2019, nei pressi del casello autostradale dell’A4, era stato visto un gruppo di 5 individui in zona Meolo, in provincia di Venezia. “Sono animali che si stanno moltiplicando abbastanza diffusamente”, ha detto il professor Riccardo Groppali, noto biologo cremonese. “Sono sfuggiti dalla cattività e hanno cominciato a riprodursi, oppure perchè il clima si sta riscaldando e questo li ha favoriti”.

Sara Pizzorni

 

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