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Dezotti ricorda l'amico Maradona: 'Era il più grande, ma non te lo faceva pesare'

Dezotti-Maradona. Questa la coppia d’attacco dell’Argentina al Mondiale italiano del 1990, entrambi impegnati nel nostro campionato. Diego, scomparso nella giornata di ieri, mercoledì 25 novembre, a 60 anni, a Napoli e Gustavo a Cremona, dove è rimasto 5 stagioni alzando anche il trofeo Anglo-Italiano nel 1993. Dezotti, in totale, ha collezionato con la Cremo 154 presenze realizzando 51 reti: è lo straniero ad aver segnato più gol nella storia del club e il sesto di tutti i tempi.

Con Diego, però, l’affinità non era solo tecnica. “Dopo le nostre partite – ricorda El Galgo – ci fermavamo spesso a chiacchierare. Non ho potuto fargli vedere Cremona, ma ricordo che parlava bene del manto erboso dello Zini. Però non discutevamo di calcio, ma di come stavamo, delle nostre famiglie, se si rientrava in Argentina per le feste..le solite parole tra amici”.

E in uno di quegli incroci, giocato per l’occasione a Monza nel 1989, l’1-1 è stato firmato dai due amici. “Lui era tornato da poco dall’Argentina, per cui gli ho detto che sarebbe stato meglio fosse rimasto là ancora un po’”, ricorda sorridendo l’ex punta grigiorossa. Oltre alle sfide nel campionato italiano, come detto, anche il Mondiale del ’90 giocato fianco a fianco, con Dezotti che è stato sinora l’unico giocatore della Cremonese ad aver disputato una finale di Coppa del Mondo: “In Nazionale Diego voleva sempre giocare, quei Mondiali li ha fatti con le caviglie e i piedi talmente gonfi che non riusciva ad allarciarsi gli scarpini”.

Oltre al Maradona giocatore, ci sono state anche le esperienze in panchina: “Quando ha diretto la Nazionale eravamo tutti contenti, l’ho incontrato qualche volta a Buenos Aires. Mi aveva fatto anche piacere che l’anno scorso avesse preso in mano il Gimnasia y Esgrima di La Plata perché così tutti hanno avuto la possibilità di rendergli omaggio, di salutarlo e di dimostrargli il loro affetto, come abbiamo fatto noi qui al Newell’s Old Boys”.

Dezotti racconta la preoccupazione con cui ha vissuto le ultime settimane: “Non ci aspettavamo la sua scomparsa, però non è stata una sorpresa: nonostante le notizie rassicuranti che erano circolate dopo l’operazione, sapevamo che non era la realtà e che negli ultimi giorni non stava bene”. “E’ stata una perdita importante per tutti – aggiunge -, soprattutto per noi che gli eravamo amici. Come sanno tutti, non c’è un compagno di Diego che non ne parli bene. Come compagno era uno che non ti faceva sentire che lui era il più grande e gli altri il resto: ti faceva sentire tutti uguali, tutti dediti alla stessa causa. Ti faceva sentire importante”.

Anche dall’Argentina, dove è tornato a vivere con la famiglia, El Galgo continua a seguire la Cremonese: “Ho visto che hanno rifatto lo stadio e che lo Zini non è più come quando ci giocavo io. Purtroppo non riesco a vedere le partite, ma i risultati li guardo sempre: non è in un periodo buono, ma mi auguro che possa tirarsi presto su”.

Mauro Taino

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